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Porti chiusi a nave della Guardia Costiera

26 luglio 2019 | 08.16
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A bordo della 'Gregoretti' i 141 migranti salvati ieri da un peschereccio di Sciacca e da una barca tunisina. Cinque scesi a Lampedusa per motivi sanitari. Salvini: "Niente sbarco senza impegno concreto dell'Ue". Dopo il naufragio avvenuto ieri al largo della Libia, allarme per 60 migranti a sud di Malta.

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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La nave 'Gregoretti' della Guardia costiera, con a bordo 141 migranti, è ancora in attesa di conoscere il porto dove poter sbarcare i naufraghi salvati ieri nel Mediterraneo. Cinque dei 50 migranti soccorsi dal peschereccio 'Accursio Giarratano' di Sciacca (Agrigento), sono stati fatti sbarcare a Lampedusa per motivi sanitari. Gli altri 91 erano su un altro gommone segnalato da un peschereccio tunisino.

In un primo momento il peschereccio aveva chiesto di attraccare a Malta ma le autorità dell’isola si sono opposte. Arrivata sul posto, la motovedetta della Guardia Costiera italiana ha preso in carico i migranti e ha fatto rotta verso Lampedusa, ma si è dovuta fermare per lo stop del Viminale. Il governo ha ufficialmente interpellato la Commissione europea affinché coordini le operazioni di ricollocazione degli immigrati che attualmente sono a bordo di una nave della Guardia Costiera italiana. Si tratta di 135 persone, spiegano fonti del ministero dell'Interno. In attesa di risposte ufficiali, spiegano le stesse fonti, non è stato indicato alcun porto di sbarco.

Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave. Vediamo se alle parole seguiranno dei fatti. Io non mollo", ha ribadito oggi il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

La ong Mediterranea Saving Humans ha intanto deciso di destinare "10mila euro della raccolta fondi come contributo di solidarietà all'equipaggio del peschereccio Accursio Giarratano. "Il comandante, l’equipaggio e l’armatore del peschereccio Accursio Giarratano si sono assunti questa responsabilità rischiando le loro vite e sacrificando il loro lavoro ed il loro reddito - dicono - Per questo noi di Mediterranea abbiamo deciso di destinare una parte della nostra raccolta fondi come contributo di solidarietà".

"Non li avremmo mai lasciati alla deriva, torneremo a casa dalle nostre famiglie dopo che avremo conosciuto la loro sorte", ha detto in serata il comandante Carlo Giarratano. La nave porta il nome del figlio, scomparso a 15 anni “lo facciamo anche per lui”, ha spiegato Carlo che oggi, parlando al telefono con Luca Casarini di Mediterranea Saving Humans, ha aggiunto: "Nemmeno noi, come voi, ci giriamo dall'altra parte".

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