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Migranti: Ue, nessuno parla di sospendere Schengen

22 gennaio 2016 | 16.01
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

"Nessuno parla di sospendere Schengen", ma solo, eventualmente, di consentire agli Stati che abbiano ripristinato i controlli alle frontiere interne all'Ue di prolungarli fino a un periodo massimo di due anni, una possibilità già prevista dalla riforma del 2013 del Codice delle Frontiere di Schengen ma che non è stata ancora utilizzata. Lo ha precisato una portavoce della Commissione, a Bruxelles, alla luce di quanto riportato da alcuni organi di stampa in Italia. 

In base all'articolo 26 del Codice, la Commissione può proporre al Consiglio Ue di approvare una raccomandazione a uno o più Stati membri, che consenta loro di prorogare i controlli alle frontiere interne, eventualmente già reintrodotti temporaneamente, per un periodo massimo di due anni. La fattispecie è prevista dal Codice, a condizione però che nel controllo alle frontiere esterne dell'Ue (per esempio tra le isole greche e le coste turche) sia comprovata l'esistenza di "carenze gravi e permanenti", tali da giustificare un ripristino dei controlli alle frontiere successive.

"In circostanze eccezionali - si legge nell'articolo 26 - in cui il funzionamento globale dello spazio senza controllo alle frontiere interne (interne, ndr) è messo a rischio a seguito di carenze gravi e persistenti nel controllo di frontiera alle frontiere esterne (esterne, ndr), e nella misura in cui tali circostanze costituiscono una minaccia grave per l'ordine pubblico o la sicurezza interna nello spazio senza controllo alle frontiere interne o su parti dello stesso, il controllo di frontiera alle frontiere interne può essere ripristinato, per una durata massima di sei mesi. Tale periodo può essere prorogato non più di tre volte, per ulteriori sei mesi al massimo (quindi due anni in tutto, ndr), se le circostanze eccezionali perdurano".

Della materia si discuterà nella riunione informale dei ministri degli Interni e della Giustizia che si terrà lunedì prossimo ad Amsterdam: potrebbero essere individuate delle frontiere, o dei tratti di frontiera, 'deboli' di alcuni Stati membri, in cui i controlli potrebbero essere introdotti e/o prolungati. In assenza di una raccomandazione della Commissione, gli Stati membri possono reintrodurre i controlli alle frontiere, ma solo per un periodo massimo di sei mesi.

Alcuni Stati membri hanno già reintrodotto temporaneamente i controlli alle frontiere in forza degli articoli 24 e 25 del trattato, alla luce del grande afflusso di migranti, come la Svezia e la Danimarca. La Germania ha notificato la reintroduzione di alcuni controlli, fino a febbraio, che potrebbero essere prorogati fino a maggio, prima quindi dell'estate, che è un periodo generalmente favorevole per attraversare il Mediterraneo e che quindi, in assenza di novità, potrebbe vedere un aumento dei flussi di migranti verso l'Europa. 

L'estensione del periodo di reintroduzione dei controlli di frontiera, in ogni caso, "è solo una possibilità": allo stato una raccomandazione della Commissione in materia non c'è, ha aggiunto la portavoce, e "non c'è alcuna sospensione di Schengen sul tavolo". E' in corso, invece, una valutazione delle vulnerabilità delle frontiere dell'Unione.   

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