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Borsa: Milano accelera su finale, +1,06% con Saipem, Enel e Pirelli

19 marzo 2015 | 19.20
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Chiudono per lo più positive le principali piazze finanziarie europee che recuperano sul finale qualche debolezza, spinte dalle decisioni assunte dalla Federal Reserve, che ieri sera ha aperto ad un rialzo dei tassi di interesse. Ma anche sostenute dall'abbondante liquidità messa in circolo dal Quantitative Easing

(Infophoto
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Chiudono per lo più positive le principali piazze finanziarie europee che recuperano sul finale qualche debolezza, spinte da una parte dalle decisioni assunte dalla Federal Reserve, che ieri sera ha aperto ad un rialzo dei tassi di interesse, cancellando la parola 'pazienza' dal comunicato di fine vertice, con ciò avvicinando il tema dell'aumento del costo del denaro. Ma anche sostenute dall'abbondante liquidità messa in circolo dal Quantitative Easing.

Milano, in particolare, accelera sul finale, mentre le altre piazze europee sono più caute. "Sui mercati, la maglia rosa spetta all’indice Ftse Mib, che ha terminato con un balzo di oltre un punto percentuale. Nel complesso, positiva la performance della periferia. Crediamo che la buona asta Tltro - osserva Vincenzo Longo di Ig - che ha ottenuto richieste per quasi 98 miliardi di euro, potrebbe aver giocato un ruolo importante per questi rialzi. Di questi 98 miliardi, quasi un terzo sono andati alle banche italiane, e gli investitori starebbero scontando che verranno immessi nell’economia reale, data la finalità di queste operazioni".

Nel resto del Vecchio Continente, Francoforte cede lo 0,2%, Parigi termina sopra la parità a +0,07%, Madrid +0,37%, Lisbona avanza dello 0,84%, Zurigo +0,78%, Bruxelles +0,17%. Londra avanza dello 0,25%.

Miglior titolo Saipem che chiude a +3,9%. Enel termina gli scambi in rialzo del 3,34%. Oggi la società ha diffuso il bilancio 2014 che dà conto di un utile di 517 milioni di euro, in calo dell'84% rispetto ai 3,235 miliardi di euro del 2013. Una flessione dovuta, fa sapere Enel, "al minor risultato operativo, all’incremento degli oneri finanziari netti e a perdite di valore concernenti alcune partecipazioni di minoranza detenute dal gruppo". Nel piano industriale l'indebitamento finanziario netto, pari a 37,383 miliardi di euro nel 2014, nel 2015 dovrebbe crescere a 39,2 miliardi nel 2015 per poi scendere a 38,6 mld nel 2016 e a 36,3 mld nel 2019.

Pirelli vola a +3,26% su indiscrezioni di stampa relative a un riassetto del gruppo. In territorio positivo il comparto bancario con Ubi Banca che cresce del 2,69%; Unicredit chiude in progresso del 2,06%. La banca ha fatto sapere di avere ottenuto, nell’asta odierna TLtro della Bce, l'assegnazione di 7,4 miliardi di euro per l'Italia e 500 milioni di euro per l’Austria. In progresso anche Intesa Sanpaolo (+0,33%). Anche Ca' de Sass ha partecipato alla terza operazione di finanziamento Tltro per un ammontare pari a 10 miliardi di euro. Positiva Mps che segna +1,92% a 0,58 euro; Banco Popolare +1,74%, Bpm +1,73%, Bper +1,57%.

Chiude in lieve calo Telecom Italia nel giorno del cda sui conti. La compagnia di telecomunicazioni torna all’utile dopo 3 anni (1,35 miliardi di euro. Nel 2013 la perdita era di 674 milioni). Il board ha proposto la distribuzione del dividendo per le azioni di risparmio è di 2,75 euro cent per un ammontare totale di circa 166 milioni di euro. Nella parte bassa del listino Enel Green Power cede il 2,13%. Ancora realizzi su Salvatore Ferragamo che cede l'1,58%.

Per quanto riguarda le valute, "l'effetto Fed sembra essere svanito", sottolinea Longo. "Il dollaro è tornato ad apprezzarsi verso le principali valute mondiali dopo le violente vendite di ieri. Gli operatori cercano di interrogarsi sul motivo di tale movimento. Di fatto, la Fed rimane potenzialmente ancora la prima grande Banca centrale ad alzare i tassi di interesse, in un contesto che vede molti Istituti centrali rimanere accomodanti".

Nello specifico, "sul cambio euro - dollaro americano, l’abbondanza di liquidità immessa grazie al Qe di Draghi tende a prevalere sul semplice mantenimento dei tassi a questi minimi storici per qualche mese in più. Anche la storia ci dice lo stesso. Accadeva, infatti, la stessa cosa quando la Bce aveva i tassi ai minimi storici, mentre la Fed procedeva con il Qe. Il cambio Eur/Usd, salvo temporanee correzioni, continuava a salire, nonostante i fondamentali non lo supportavano".

"Il cambio euro-dollaro ieri ha segnato nell’arco di sole 3 ore un balzo di oltre 4 figure, passando da 1,06 a 1,1045. Su base giornaliera, quello di ieri è stato il maggior balzo dal 18 marzo 2009, esattamente 6 anni fa. Questo pomeriggio il cambio è sceso sino a 1,0620, livelli precedenti all’annuncio della Fed. Le nostre aspettative - termina l'esperto di Ig - sul medio periodo (settembre) continuano a puntare una parità del cross Eur/Usd, mentre nel breve, ogni tentativo di rimbalzo dovrebbe arrestarsi in area 1,11".

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