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Milano, bimba morta di stenti: da chat spunta il sospetto di abusi

25 ottobre 2022 | 19.36
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Indagato anche un uomo, l'accusa è di corruzione di minorenne

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

C'è una nuova accusa contro Alessia Pifferi, la madre in carcere da fine luglio con l'accusa di aver lasciato morire la figlia Diana di soli 18 mesi. L'ipotesi investigativa, che coinvolge anche un 56enne bergamasco, nasce dalle chat estrapolate dagli inquirenti milanesi dal cellulare della donna. In particolare, c'è uno scambio scritto che ha messo in allarme la procura di Milano. 'Voglio baciare anche lei' e la replica della madre: 'Lo farai'. Parole, a cui ora si cercano riscontri, che hanno fatto scattare una perquisizione domiciliare da parte dei poliziotti della squadra Mobile: a casa dell'uomo, con cui Alessia Pifferi aveva una frequentazione, sono stati sequestrati sei cellulari e due computer.

Entrambi sono indagati per corruzione di minorenne, reato che punisce - con una pena fino a cinque anni - chiunque compie atti sessuali in presenza di minore. Le accuse potrebbero diventare ancora più gravi se venissero accertati gli abusi sulla bimba, trovata senza vita il 20 luglio scorso. La madre, detenuta a San Vittore, deve rispondere di omicidio volontario pluriaggravato per aver abbandonato "per sette giorni" sua figlia nell'abitazione in via Parea, periferia est di Milano, lasciandola morire di stenti.

Dalla relazione preliminare dell'autopsia emerge che alla piccola le sono state fatte assumere delle gocce di tranquillanti 'En' (benzodiazepine), sostanza diluita nel latte contenuto nel biberon presente nella culla, ma bisognerà attendere la relazione finale degli esperti per poter conoscere quantità e data dell'assunzione degli ansiolitici, la cui somministrazione è sempre stata negata dalla donna. Oggi per Alessia Pifferi spunta una nuova tegola: dal contenuto delle chat emerge tutta la verità sul suo stile di vita: sola e disoccupata non avrebbe elemosinato rapporti sessuali in cambio di soldi e non si sarebbe sottratta a quello scambio ambiguo via chat su cui ora i pm Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro indagano.

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