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Milano: al via campagna su doppia preferenza di genere

04 aprile 2016 | 16.35
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Milano: al via campagna su doppia preferenza di genere

"Le donne possono fare lo stesso che gli uomini e anzi, farlo meglio. Per questo è importante promuovere l'aumento della loro presenza in politica". Così, questa mattina a Milano, è stata lanciata 'Se devo scegliere, scelgo donna', una campagna promossa dalle associazioni Articolo 51 Democrazia Paritaria e DonneinQuota per informare i cittadini sulla normativa della doppia preferenza di genere e supportare le candidate donne alle prossime elezioni amministrative, partendo da Milano.

"Nell'anno in cui ricorre il 70esimo anniversario del primo voto per le donne come elettorato attivo - spiega Angela Ronchini, presidente di Articolo 51 - nelle grandi città e in tutti i comuni d’Italia si voterà con la doppia preferenza di genere, ossia con la possibilità di esprimere, nella stessa scheda elettorale, due preferenze, quando non siano dello stesso genere". E a parità di voti, se il loro nome verrà indicato prima di quello del collega uomo, avranno la priorità. A disposizione delle candidate, le associazioni garantiranno spazi fisici e virtuali per poter illustrare proposte e programmi, corner per l'autopromozione nei gazebo e lezioni per apprendere come presentarsi al meglio e farsi votare.

"L'obbligo di esprimere una sola preferenza è stato superato dal 2012 - osserva Ronchini - ma la maggioranza dei cittadini non ne è al corrente e la volontà dei partiti è piuttosto scarsa". Mentre l'indicazione della doppia preferenza di genere "permetterebbe a molte più donne di essere elette, superando la soglia del 30% che, secondo analisti e politologi, è lo sbarramento al di sotto del quale le donne non riescono ad esercitare effettivamente un ruolo determinante in politica".

All'evento di presentazione, alla Casa dei Diritti, oltre a numerose candidate alle prossime elezioni amministrative, anche la vice presidente del Consiglio regionale della Lombardia Sara Valmaggi, il leader di Italia Unica Corrado Passera, candidato a sindaco di Milano e Patrizia Bedori, esponente del M5s, ex candidata alla guida di Palazzo Marino, definita dalle organizzatrici dell'evento come testimonial, simbolo della discriminazione politica delle donne: "Come donne - spiega Bedori - abbiamo una visione totalmente diversa rispetto ai colleghi uomini, a livello organizzativo e pratico".

Nei quattro mesi di campagna elettorale, "non mi sono mai risparmiata, sono andata ovunque, in posti dove non ho certamente visto i miei avversari uomini". Tuttavia, sottolinea, "ciò che ho ottenuto è stata una grande delusione, specie dalle donne. Che prima mi hanno criticato per il mio aspetto fisico e poi dandomi della deficiente quando dicevano che ero telecomandata da Casaleggio, salvo poi esprimere la loro solidarietà dopo il mio passo indietro".

Questo, aggiunge l'esponente pentastellata, "è un Paese dove non esiste solidarietà effettiva tra donne e quando si parla di onestà intellettuale sono parole vuote. Spero e mi auguro - conclude - di lasciare a mio figlio un'Italia meno sessista. Occorre un deciso cambio di mentalità, perché siamo nel 2016, non nel giurassico e certe cose fanno male all'intero genere".

Un programma con un'agenda di genere è la soluzione proposta da Corrado Passera: "L'amministrazione comunale - spiega - deve essere in prima fila per creare e favorire condizioni ottimali per la partecipazione delle donne alla vita democratica della città" Per questo "abbiamo strutturato l'agenda di genere del nostro programma in tre blocchi ognuno dei quali racchiude proposte concrete: le donne, le pari opportunità e il lavoro". Del resto, prosegue, "noi siamo molto sensibili su questo argomento. Per questo invito tutte le donne ad approfondire la lettura del nostro programma che contiene un'agenda di genere".

Si tratta, spiega il leader di Italia Unica, di "un bene per la città, che deve avvenire. Perché se le donne, così nel lavoro e nella partecipazione politica, non sono assistite attraverso scuola a tempo pieno, asili nido e scuole materne per tutti, oltre che con politiche concrete a favore degli anziani in difficoltà, è inutile chiedere loro di impegnarsi in politica e nel lavoro".

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