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Milano, in 8 mila per 10 posti da infermiere al Policlinico

14 giugno 2017 | 13.49
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Folla di candidati al Parco esposizioni Novegro (foto Policlinico di Milano)
Folla di candidati al Parco esposizioni Novegro (foto Policlinico di Milano)

In 8 mila a contendersi 10 posti fissi da infermiere. Per capire la portata della sfida che si gioca oggi a Milano, basta pensare che in ballo c'è una 'divisa' ogni 800 aspiranti. A lanciare l'avviso di concorso pubblico è stato l'Irccs Fondazione Policlinico del capoluogo lombardo a fine aprile, ed è stato subito boom di domande. Per ospitare la folla di candidati richiamata da tutta Italia e proprio in queste ore alle prese con la pre-selezione (un test a risposta multipla di circa 50 domande), si è scelta la Fiera espositiva di Novegro, vicino all'aeroporto di Linate. Ed è stato necessario prevedere 3 turni da circa 2.700 persone.

A fare gola non è solo il posto fisso - e uno stipendio di categoria D fascia iniziale, cioè circa 1.500-1.600 euro netti al mese (il valore esatto dipende da turni e indennità accessorie) - ma anche un buon piazzamento nella graduatoria: questo perché un altro ospedale che volesse assumere nuovi infermieri non ha bisogno di istituire un nuovo concorso, ma può selezionare il personale direttamente dalla graduatoria stilata al termine della selezione di oggi, che resta infatti valida per 3 anni.

Dall'analisi dei dati di chi ha presentato domanda per il concorso lanciato dal Policlinico di Milano emerge che 7 aspiranti 'angeli della corsia' su 10 sono donne. L'età è varia, ci sono giovanissimi al primo concorso e persone che ne hanno all'attivo già più di uno. La percentuale di presentazione alla pre-selezione è dell'85% circa, su un totale di 8.063 iscritti al concorso. Il boom di domande non ha stupito il direttore amministrativo dell'Irccs di via Sforza, Fabio Agrò. "Anzi, noi ce ne aspettavamo molte di più - spiega all'AdnKronos Salute - Certo stiamo parlando di un numero altissimo di candidati. E d'altra parte i corsi di laurea in Infermieristica, per quello che osserviamo, costituiscono una delle migliori fonti di accesso al mercato del lavoro".

"Dal nostro osservatorio - aggiunge Agrò - vediamo che l'esigenza che si riscontra, oltre al bisogno conclamato dell'Irccs, è anche dovuta al fatto che tanti infermieri inizialmente si muovono da Sud a Nord e ora c'è una fase di forte richiesta di ritorno a casa, nelle loro città di provenienza. Più è alta questa richiesta di mobilità, più cresce per noi la necessità di avere un bacino dal quale attingere per rimpiazzare. Quanto all'età di chi partecipa al concorso, abbiamo visto che ci sono tanti giovani che hanno finito da poco il corso di laurea triennale".

Basteranno 10 posti a coprire il fabbisogno di infermieri all'interno dell'Irccs? "Verosimilmente no, non si esaurirà con i primi 10 posti - osserva Agrò - Probabilmente la graduatoria sarà usata anche a seguire".

Intanto il manager esprime soddisfazione per come sta procedendo l'operazione concorso: "Finora è andato tutto bene. Sono andato a verificare personalmente questa mattina e mi ritengo soddisfatto per la logistica e per il posto scelto per il concorso, che ha avuto un impatto favorevole. I candidati arrivano da tutta Italia, molti hanno affrontato lunghi viaggi. E ho visto tanta partecipazione affinché le cose si svolgano con serenità e giustizia. Sono molto attenti a evitare che si ripetano situazioni in cui una scorrettezza di qualcuno manda in fumo i sacrifici di tanti", spiega Agrò, ricordando il recente 'intoppo' al maxi-concorso di Torino, inizialmente sospeso dal Tar dopo il ricorso di alcuni esclusi che parlavano di domande svelate sul web tra un turno e l'altro delle preselezioni.

"Noi abbiamo visto qui un'ottima collaborazione e uno spirito positivo e ho avuto modo di raccogliere giudizi positivi su come è stato organizzato il tutto", prosegue. Quello offerto "è un modo per entrare nel mercato del lavoro" e c'è la possibilità di "veder crescere la propria capacità professionale", ma anche in alcuni casi di avanzare nella carriera, con il conseguimento della laurea specialistica, fino alla dirigenza. "Quindici anni fa la professione di infermiere nasceva e si concludeva allo stesso punto. Adesso ci sono strade diverse legate alla dirigenza infermieristica che è stata definitivamente sdoganata nel mondo sanitario".

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