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Milano, recitano l'Ave Maria contro la moschea abusiva

15 settembre 2017 | 17.01
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Recitano l'Ave Maria mentre una cinquantina di persone esce dalla moschea abusiva in cui aveva terminato la preghiera di metà giornata. È questa la protesta improvvisata dagli inquilini che abitano nello stabile che dal 2015 ospita nei locali del seminterrato dello stabile in via Cosenza 2, nella periferia di Milano un luogo di culto. Stamattina i consiglieri del Lega nord del municipio 4 e dal Dsi, dispositivo sicurezza e immigrazione lombardo del partito di Matteo Salvini, hanno organizzato un presidio per criticare quella che definiscono una ''moschea abusiva'' e promuovere il referendum sull’autonomia del prossimo 22 ottobre.

Sono due anni che i condomini chiedono la chiusura del luogo di culto denunciando ''il continuo andirivieni di persone non identificate" nel cortile del palazzo in cui abitano. "Si dichiarano italiani, ma non rispettano la leggi del nostro Paese'' dice la custode dello stabile. ''Siamo stufi. Non ne possiamo più - racconta un condomino - durante il Ramadan non siamo riusciti a dormire per le preghiere e l’odore di cibo proveniente dal seminterrato''.

Monta nel frattempo anche la polemica sul proprietario dei locali ''un italiano come noi - sostengono alcuni - che nel 2015 ha sottoscritto un contratto d’affitto fino al 2021 con un'associazione culturale cingalese, ma non si preoccupa delle tre ordinanze comunali, l’ultima del mese di luglio, che intimano il ripristino dei locali alla destinazione d’uso originale, ovvero un laboratorio artigianale''.

Ma da parte della comunità la disponibilità è massima: ''Abbiamo avviato un dialogo con le istituzioni e siamo alla ricerca di un posto che rispetti la normativa per i luoghi di culto - spiega uno degli affittuari della moschea -, noi siamo in regola e per venire incontro ai residenti abbiamo tolto la preghiera mattutina''.

Le forze del centrodestra e la Lega sin dalla giunta Pisapia chiedono che sia fatta chiarezza sulla situazione di via Cosenza. ''Si tratta di una mosche abusiva perché non rispetta la normativa della legge regionale sui luoghi di culto del 2005'' spiegano Marzio Marcani e Gianantonio Bevilaqua, responsabili del Dsi regionale e comunale della Lega nord. Sotto il controllo della digos, la protesta si conclusa senza episodi violenza.

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