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Milazzo, blitz contro assenteisti al Comune: indagati in 59 /Video

03 ottobre 2016 | 10.41
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Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Foto di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

I finanzieri della compagnia di Milazzo (Messina) stanno dando esecuzione a cinquantanove misure cautelari dell’obbligo di firma, emesse dal gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), Fabio Gugliotta, nei confronti di altrettanti dipendenti assenteisti del Comune di Milazzo.

C'era chi, durante il turno di lavoro, andava al bar, chi a passeggio per lo shopping, chi addirittura, ad allenare la sua squadra di basket o a farsi fare un massaggio. Dalle indagini è emersa, fanno sapere i finanzieri, la "responsabilità per truffa ai danni dello Stato nei confronti di una parte consistente del personale in servizio presso il palazzo comunale di via Crispi". Grazie a telecamere e videoriprese i finanzieri hanno scoperto casi di assenteismo che coinvolgono "buona parte" del personale in servizio, circa "il trenta per cento del totale". Più di mille le ore di assenze ingiustificate.

Secondo quanto fanno sapere i finanzieri, "i dipendenti pubblici denunciati, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse i badge magnetici degli altri, consentendo così ai colleghi di arrivare in ritardo, di andare via in anticipo dal posto di lavoro o di uscire per dedicarsi a faccende personali". Oltre alla videosorveglianza, i finanzieri hanno effettuato anche una serie di pedinamenti e scoperto cosa facevano gli assenteisti durante l'assenza da posto di lavoro. Qualche impiegato, spiegano i militari, "trascorreva gran parte dell’orario di servizio al bar mentre altri passeggiavano per le vie commerciali insieme con i colleghi effettuando acquisti".

Tra i casi più eclatanti quello di un dipendente che andava "regolarmente ad allenare la sua squadra di basket durante tutto il turno di lavoro", facendosi timbrare il badge da altri colleghi e "attribuendosi illecitamente in alcuni casi pure le ore di 'straordinario'”. In un’altra circostanza, "un funzionario, peraltro già membro dell’ufficio per i procedimenti disciplinari del medesimo Comune, anziché essere al lavoro si recava in un centro di terapia per effettuare una seduta di massaggi". I dipendenti pubblici finiti nel mirino della guardia di finanza sono indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato, reato punito con la reclusione da uno a cinque anni.

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