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Zimbabwe

Zimbabwe: minacce a medico-cacciatore italiano che ha difeso uccisione leone Cecil

03 agosto 2015 | 18.57
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Il leone Cecil
Il leone Cecil

"Sono basito per quello che sta succedendo. Ho ricevuto messaggi di insulti e minacce su Facebook e sul telefonino, c’è addirittura chi si è spacciato per giornalista per poi offendermi. Questa gente si qualifica da sola per quello che fa". Lo dice all’Adnkronos Giuseppe Arangio, il medico e cacciatore che in un’intervista ha giustificato l’uccisione del leone Cecil da parte del dentista statunitense, definendola "legale" anche se "stupida". Il medico ha una pagina su internet nella quale racconta la sua passione per la caccia in Africa e nella quale sono presenti i suoi numeri di telefono.

Arangio ha la passione per la caccia ma il suo lavoro è quello di medico di famiglia. E non solo: attraverso l’associazione Croce Bianca di San Severino Marche, guidata dal prete missionario don Donato De Blasi, opera in Etiopia in centri medici costruiti "in posti sperduti del Paese. Lo facciamo tutto a spese nostre, senza alcun sostegno pubblico. Là faccio di tutto: il pediatra, il chirurgo, il dentista, mi occupo dal far partorire le donne ai piccoli interventi. Si fa quel che si può, con mezzi limitati, ma abbiamo messo in piedi centri che funzionano. In Etiopia – racconta Arangio - la mortalità delle donne per complicazioni legate ai parti è tra le più alte al mondo. Nei nostri centri abbiamo azzerato quelle post parto".

Per questo motivo, il medico-cacciatore si rivolge a chi lo ha minacciato: "Mi chiedo se abbiano visto su Facebook le fotografie che ho messo, oltre a quelle di caccia e che mi ritraggono con il mio gruppo di medici in Africa. In molti si preoccupano per un animale, ed è anche giusto, ma non vedo molti preoccuparsi quando vado in giro a cercare fondi per aiutare mamme e bambini in difficoltà, che in Etiopia – conclude – muoiono ancora per malattie che da noi sono considerate ‘stupide’ come la scarlattina e il morbillo".

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