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Minatore in pensione dopo 26 anni senza lavorare: "Chiedo scusa ai colleghi"

22 ottobre 2014 | 19.41
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Dopo le polemiche Carlo Cani, dipendente della miniera di Seruci, cambia versione: "Sono malato, il mio è stato un 'racconto provocatorio'"

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"Chiedo scusa ai colleghi minatori, chiedo scusa al Sulcis. Sono profondamente prostrato dopo l’esposizione mediatica di questi giorni. Mi scuso con i vecchi colleghi e con le persone che soffrono e lottano per mantenimento del posto di lavoro per aver turbato e involontariamente offeso la loro dignità. Ho dichiarato cose non vere ma da parecchi anni sono affetto da profondo malessere e patologie psichiatriche che si sono aggravate per motivazioni di carattere economico". Lo dice all’AdnKronos Carlo Cani, il minatore di Santadi (Carbonia Iglesias), che ha raccontato nei giorni scorsi in diverse interviste, con toni quasi di compiacimento, di essere arrivato all’età pensionabile senza aver mai lavorato pur essendo stato dipendente per 26 anni della miniera di Seruci (Carbonia).

"In particolare - spiega Cani - l’esiguità della mia pensione, 980 euro mensili, a fronte delle correnti spese per medicinali e quant’altro occorra per la gestione quotidiana di una grave forma di depressione cui sono affetto, ha fatto sì che pensassi di avere la possibilità di integrare il reddito per il tramite di un racconto volutamente provocatorio e mistificante”.

Incontrato nello studio dei sui avvocati, Massimo Madau e Laura Fagioli di Cagliari, Charlie Dogs, così è conosciuto nel Sulcis per la sua passione per il jazz (e conosciuto dagli artisti americani al festival di San’Anna Arresi) Cani racconta la sua vita: "Non sopportavo lo stress del sottosuolo". Assediato dai media Cani dice di “non riuscire più a vivere. Anche stamattina i giornalisti erano fuori da casa mia”, racconta.

"Non nascondo nulla, so solo che sono traumatizzato dal giorno in cui ho assistito all’incidente in miniera del dicembre del 1989, quando al mio fianco morì un compagno di lavoro, schiacciato da un masso caduto dentro una galleria nella miniera di Seruci", il pozzo carbonifero alle porte di Carbonia. Quelle rilasciate nei giorni scorsi ai giornali, dicono all’AdnKronos gli avvocati Madau e Fagioli , “sono le dichiarazioni rilasciate da un uomo adulto fortemente provato dal trauma psichiatrico causato dall’aver assistito alla morte del suo compagno di lavoro e che ha lasciato tracce indelebili nella sua integrità psico-fisica e che lo hanno costretto a ricorrere alle cure di personale specialistico e all’assunzione di farmaci”.

“Dopo il clamore suscitato dalla legittima indignazione dell’opinione pubblica - spiega Cani - ho dovuto nuovamente far ricorso alle cure specialistiche e riprendere medicine, e da due giorni non vivo più”. Cani dice di sentire disagio quando squilla il cellulare (effettivamente non ha tregua, ndr), “come quando squillava il telefono a casa dopo l’incidente in miniera nell’89”. Secondo i suoi avvocati c'è addirittura "concreto rischio per l’incolumità personale del signor Cani il quale, da stamane, vive asserragliato in casa assediato da facinorosi, seppur legittimamente imbufaliti dalla notizia, con presidi sotto l’abitazione e all’interno del cortile, numerose ed insistenti telefonate sull’utenza mobile, costringendolo a ricorrere ad un’altra utenza, generando un ulteriore stato d’ansia e di stress”.

Gli avvocati fanno sapere che Cani, “nell’evidenziare che non rilascerà alcuna pubblica dichiarazione, e tanto più disconoscerà quanto gli verrà attribuito fin da questo momento, chiede cortesemente di essere dimenticato e di poter tornare alla sua vita normale e curarsi appropriatamente della gravi patologie cui è affetto”.

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