Non istigazione al suicidio, ma omicidio volontario e spaccio di sostanze stupefacenti: sono i reati ipotizzati nell'inchiesta sulla morte di Sara Bosco, la minorenne trovata morta l'8 giugno scorso in un padiglione abbandonato dell'ospedale Forlanini.
Nell'inchiesta, affidata al pm Antonino Di Maio, c'è già un primo indagato. Sarebbe il pusher che ha dato alla ragazza la sostanza stupefacente. Per quanto riguarda l'indagine, attraverso gli esami tossicologici, si cerca di capire quale sostanza ha provocato la morte.
Secondo quanto emerso dall'autopsia, i cui primi risultati sono stati comunicati al magistrato, Sara Bosco non aveva alcun tipo di patologia e aveva già cominciato a disintossicarsi. Per quanto riguarda gli accertamenti, nei giorni scorsi la madre della vittima è stata a lungo interrogata dagli investigatori che stanno ora valutando le sue dichiarazioni.
Intanto la polizia questa mattina ha sgomberato alcuni padiglioni abbandonati dell'ex Forlanini a Roma. Lo sgombero avrebbe interessato anche l'area dismessa in cui è stata ritrovata morta la sedicenne.
All'interno degli edifici sono state trovate complessivamente 24 persone, tutte denunciate all'autorità giudiziaria per occupazione abusiva: sei italiani, tra cui una donna incinta, quattro romeni, 13 extracomunitari e un ragazzo marocchino, arrestato perché in possesso di denaro e droga finalizzata alla spaccio e perché avrebbe dovuto trovarsi a Badolato Marina per scontare una misura cautelare. Al termine delle operazioni i locali sono stati riconsegnati ai funzionari della Regione Lazio presenti sul posto.