Missione in Libia domani per il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti libiche, il premier volerà prima a Tripoli, dove vedrà il capo del Consiglio presidenziale libico Fayez Serraj ed il presidente dell’Alto Consiglio di Stato, Khaled al Mishri. Poi, Conte andrà a Bengasi per un incontro con il generale Khalifa Haftar, uomo forte del governo di Tobruk.
Nei giorni scorsi si era parlato di un possibile incontro tra Conte, Serraj ed Haftar a Roma o a Bruxelles - dove il premier si trovava per il vertice europeo - seguito di quello del 13 novembre a margine della conferenza di Palermo, ma l’ipotesi non si era poi concretizzata.
L’incontro tra il premier Conte, da lui stesso annunciato in un'intervista, Haftar e Serraj era visto con perplessità a Tripoli. "Semmai ci fosse stato, era chiaro già in anticipo che non sarebbe venuto fuori nulla - dice all’Adnkronos Ashraf Shah, ex membro del dialogo politico libico da cui è nato l’accordo di Skhirat - perché nessuno ha da dare nulla all’altro, come era già chiaro alla conferenza di Palermo".
"Un nuovo incontro a tre non sarebbe andato bene a Serraj - prosegue - perché, dopo le violenze di settembre ed il rimpasto di governo, la sua posizione adesso è più forte ed un altro faccia a faccia con Haftar sarebbe stato visto con sospetto dall’ovest della Libia". Secondo Shah, il generale "ha commesso un grave errore nei mesi scorsi, quando ha conquistato la mezzaluna petrolifera ed è poi stato costretto a ritirarsi: internamente ha perso forza, perché ha dimostrato di non poter resistere alle pressioni delle potenze occidentali".
Poi, ricostruisce ancora l’esponente libico, "a Palermo ha cercato di riprendere forza e con la visita a Roma delle settimane scorse ha cercato di guadagnare ulteriore legittimità". "Ma tutti questi incontri - chiosa Shah - servono più all’Italia per far vedere di avere ripreso in mano il dossier Libia e di averlo tolto ai francesi".