La Corte Penale Internazionale non si occuperà del caso della Mavi Marmara, la nave della Freedom Flotilla sulla quale nove attivisti turchi furono uccisi da soldati israeliani durante un tentativo di forzare il blocco della Striscia di Gaza. Il procuratore capo, Fatou Besnouda, ha dichiarato che, malgrado "vi siano basi ragionevoli per ritenere che siano stati compiuti crimini di guerra", il caso non ha la "gravità sufficiente" per ricadere sotto la giurisdizione della Corte. Il tribunale, ha spiegato, interviene solo in casi che "scuotono la coscienza dell'umanità".
La vicenda risale al 31 maggio 2010, quando forze israeliane salirono a bordo della Mavi Marmara per impedire il superamento del blocco alla Striscia. Ne seguì un duro scontro nel quale rimasero feriti dieci soldati israeliani e uccisi nove attivisti del gruppo turco IHH, che Israele considera vicino ad Hamas. L'episodio ha provocato una decisa rottura nei rapporti fra Israele e Turchia. Nessuno di questi due paesi ha però aderito al trattato che istituisce la Corte e il ricorso sul caso della Mavi Marmara è stato presentato dalle Comore. La Mavi Marmara batteva infatti bandiera di queste isole.