Il regime di Damasco rappresenta la minaccia principale alla stabilità della regione. Lo ha detto il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ritenendo che l'unico modo per eliminare il radicalismo è creare una nuova iniziativa politica moderata senza limiti settari, etnici e nazionalisti che garantisca una partecipazione equa di tutti i cittadini. "Ogni volta che una minoranza cerca di governare la maggioranza e opprime le persone di altri gruppi etnici e sette, quelli che si sentono esclusi ricorrono al radicalismo, proprio come succede in Siria", ha detto Davutoglu in un'intervista alla tv Kanal 24. Il radicalismo è la principale minaccia alla sicurezza e alla stabilità della regione, una minaccia che può solo essere rimossa con un'iniziativa politica, ha sottolineato.
''Il regime siriano, che rappresenta solo il 12 per cento della popolazione, non può continuare a guidare per intero il governo, l'esercito e l'intelligence mentre gli altri vivono come paria'', ha detto il premier turco. In Siria i tre quarti della popolazione sono composti da sunniti, mentre il governo è dominato dagli alawiti, setta minoritaria alla quale appartiene il presidente Bashar al-Assad. Davutoglu ha quindi sottolineato la necessità di un impegno congiunto per risolvere la crisi siriana prima che del verificarsi di catastrofi ulteriori.
''Non possiamo solo pensare di cancellare lo Stato islamico e altri gruppi radicali. Tutti gli attori devono unirsi e sviluppare politiche contro minacce comuni ed elementi che minacciano la stabilità nella regione - ha detto - In caso contrario emergeranno nuovi gruppi e noi li combatteremo ancora''.
Secondo dati dell'Onu, i tre anni e mezzo di guerra in Siria hanno finora causato la morte di oltre 190mila persone, mentre la metà della popolazione è sfollata. Inoltre la Siria è, insieme all'Iraq, il Paese dove lo Stato islamico è avanzato maggiormente nell'obiettivo di restaurare il Califfato islamico.
