Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu non sembra voler riprendere i negoziati di pace con i palestinesi. E' quanto scrive il quotidiano Haaretz, secondo il quale il segretario di stato americano John Kerry aveva sondato il terreno per una possibile ripresa dell'iniziativa diplomatica con la fine del conflitto a Gaza ma ha rinunciato ad un viaggio nell'area dopo aver constatato che nè Netanyahu nè il leader palestinese Mahmoud Abbas sono interessati a nuovi colloqui.
Secondo il quotidiano, al consiglio del gabinetto di sicurezza israeliano di giovedì scorso vi è stato un forte scontro verbale fra il ministro della Giustizia Tzipi Livni, che vuole la ripresa dei negoziati, e il ministro della Difesa Moshe Yaalon che è contrario. Netanyahu appare "identificarsi totalmente con la posizione di Yaalon", aggiunge il quotidiano.
Sia la Livni che il ministro delle Finanze Yair Lapid premono per la ripresa del negoziato, ma i due politici centristi sono in minoranza nel governo, riferisce un ministro presente allo scontro, secondo il quale la tenuta della coalizione è a rischio proprio sulla politica verso i palestinesi. Livni e Lapid hanno anche criticato pubblicamente la decisione delle autorità di espropriare circa 400 ettari di terreno in Cisgiordania, annunciata domenica. Secondo radio Israele l'obiettivo è ampliare il blocco di insediamenti di Gush Etzion. L'area comprende l'avamposto illegale di Gva'ot, dove si trovano dieci famiglie e una scuola religiosa. L'espropriazione è stata criticata da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Egitto e Onu. Sia Lapid che Livni hanno dichiarato che simili decisioni danneggiano Israele internazionalmente.