E' stato raggiunto un accordo tra israeliani e palestinesi con la mediazione delle Nazioni Unite per iniziare la ricostruzione della Striscia di Gaza dopo 51 giorni di conflitto tra lo Stato ebraico e il movimento islamico di Hamas. Lo ha annunciato l'inviato delle Nazioni Unite in Medioriente Robert Serry riferendo al Consiglio di sicurezza Onu. L'accordo permette a compagnie di private di intervenire nella ricostruzione di Gaza, mentre l'Onu supervisionerà il materiale importato in modo che non venga usato da Hamas per ricostruire i tunnel di contrabbando, fugando così uno dei principali timori di Israele.
Serry ha quindi descritto come ''veramente impressionante'' la distruzione di Gaza, dove 18mila case sono state abbattute o gravemente danneggiate e 65mila palestinesi sono ancora ospitati in rifugi Onu, mentre 100mila sono senza un'abitazione.
L'inviato Onu ha quindi chiesto la riapertura dei valichi di frontiera per permettere la consegna dei materiali da costruzione e ha sottolineato come una rapida azione di ricostruzione darà ''un segnale di speranza alla popolazione di Gaza''. Il prossimo 12 ottobre l'Egitto ospiterà una Conferenza dei donatori per Gaza.
"La crisi a Gaza è tutt'altro che finita e la finestra per soddisfare le necessità e stabilizzare la situazione è limitata'', ha avvertito Serry, che ha chiesto di agire per ''cambiare le dinamiche a Gaza''. ''Se non lo facciamo, Gaza potrebbe implodere. O, un'altra volta ancora, esplodere, magari anche con una nuova e ancora più devastante ondata di violenza'', ha detto.
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