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Moby Prince, Romano (Commissione inchiesta): "Verità va ancora scritta"

09 aprile 2022 | 15.16
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Il presidente: "Magistratura mancò obiettivo, ma sono fiducioso che arriveremo a ricostruire cosa accadde. Da audio inediti a esplosione fino a simulazione virtuale, in corso le perizie. L'esito entro settembre"

Moby Prince (Fotogramma)
Moby Prince (Fotogramma)

"Dopo 31 anni dalla tragedia è estremante sfidante ricostruire nel dettaglio quanto accadde quella notte, ma sono molto fiducioso che questa seconda Commissione di inchiesta, che prosegue il lavoro della prima Commissione in una linea di totale continuità, arriverà a ricostruire la fotografia il più precisa possibile di quella notte". Andrea Romano, deputato livornese del Pd e presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince, racconta all'Adnkronos il lavoro che l'organismo parlamentare sta portando avanti da giugno scorso. E lo fa alla vigilia del 31esimo anniversario della strage avvenuta il 10 aprile 1991, quando il traghetto Moby Prince entrò il collisione con la petroliera Agip Abruzzo nella rada del porto di Livorno. Dopo lo scontro, il rogo con 140 vittime tra passeggeri ed equipaggio del Moby. Le cause restano ancora un mistero sul quale, qualche mese fa, la procura di Firenze ha riaperto le indagini con la Dda, soprattutto per fare luce sul giallo della presenza di esplosivi a bordo.

Una prima Commissione parlamentare di inchiesta sul caso, istituita al Senato, arrivò ad una relazione finale. "Se la prima Commissione parlamentare ha avuto il merito di chiarire cosa non tornava nelle cosiddette verità giudiziarie degli anni precedenti, questa seconda Commissione di inchiesta ha il compito di definire cosa accadde", spiega Romano. Sono già state disposte diverse consulenze tecniche: dalla "simulazione virtuale" di quanto accadde quella tragica notte alle registrazioni delle comunicazioni radio di fronte al porto di Livorno, contenute nel cosiddetto 'bobinone' e finora inedite, si arriverà presto a scrivere un nuovo capitolo. "Le perizie che stiamo svolgendo, insieme all'acquisizione di nuovi documenti, alle audizioni di nuovi soggetti o alle audizioni ripetute di persone che furono già sentite dalla prima Commissione, dovrebbero comporre un quadro preciso di quanto accadde quella notte", sottolinea il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta.

La prima Commissione di inchiesta, presieduta dall'ex senatore Silvio Lai, escluse la nebbia come causa della tragedia, esaminò la questione dei mancati soccorsi e il comportamento del comando della Moby, escludendo che la collisione fosse avvenuta a causa della velocità del traghetto combinata con condizioni climatiche non ottimali. Tutte conclusioni considerate dalla nuova Commissione parlamentare di inchiesta "punti fermi".

"Stiamo lavorando nelle specifico per rispondere ad alcune domande. In quale stato si trovava la Moby al momento della partenza di Livorno? I motori, i vari sistemi di sicurezza, l'elica, il timone funzionavano correttamente? Su questo sono in corso perizie specifiche - osserva Romano - Un'altra domanda alla quale cerchiamo di dare una risposta riguarda la famosa esplosione che si produsse a bordo del Moby: ci sono state varie perizie, giudiziarie e di altro genere, che hanno dato risultati anche molto diversi tra loro".

"Noi siamo ripartiti da zero, ordinando due diverse perizie che lavoreranno in parallelo, useranno i laboratori del Racis e dovranno dirci quando l'esplosione si produsse, se prima o durante l'impatto, da cosa fu generata, se da un esplosivo a bordo o dall'esplosione di materiali a bordo di carattere non esplosivo", riferisce. Un'altra consulenza tecnica disposta riguarda il famoso "'bobinone', il nastro su cui vennero registrate le comunicazioni radio svolte di fronte alla rada di Livorno quella notte. "Abbiamo acquisito un apparecchio - ricorda il presidente della Commissione di inchiesta - in grado di leggere le registrazioni e, per prima volta dalla strage, sono state lette tutte le tracce e trasferite sul digitale quindi avremo una qualità dell'audio inedita".

Riguardo poi all'Agip Abruzzo, la Commissione è al lavoro "insieme all'Eni per acquisire i materiali dell'indagine interna che fu svolta dopo la strage". A ciò si aggiunge la "ricostruzione dinamica" della notte della tragedia. La Commissione si è rivolta al "Cetena, una società di ingegneria navale a Genova del gruppo Fincantieri che è tra le più avanzate dal punto di vista tecnologico a livello nazionale ed internazionale, fa simulazioni marittimo-navali, ricostruisce scenari relativi a navigazioni, dighe, porti".

"Noi abbiamo fatto ricorso al Cetena perché realizzi una ricostruzione dinamica di quanto accade quella notte davanti alla rada Livorno da quando la Moby partì a quando si scontrò con l'Agip Abruzzo - racconta Romano - Il Cetena riceverà da noi tutti i dati già disponibili, o che lo saranno e, sulla base di questi dati, elaborerà una ricostruzione dinamica, una simulazione virtuale molto precisa di cosa accadde, tenendo conto dei dati meteo, dello stato di salute della nave Moby, delle varie comunicazioni radio e di fonti nuove, come le foto satellitari".

Già perché negli ultimi mesi la Commissione ha acquisito nuovo materiale come "documenti importanti dal Rina - Registro navale italiano - relativi allo stato di salute della Moby prima della partenza" e, ancora, "le foto satellitari della rada di Livorno rese disponibili, dopo la fine dei lavori della prima Commissione. Provengono dal Servizio meteorologico statunitense che due anni fa ha desecretato materiali del 1991 e dunque anche le foto relative alla rada di Livorno. Foto che permettono di capire dove si trovava esattamente l'Agip Abruzzo".

Un consulenza è stata anche commissionata un mese fa sull'aspetto assicurativo della vicenda: "L'assicurazione stipulata per Moby Prince e il patto assicurativo a tre sottoscritto dopo la strage - osserva Romano - Su questo patto stiamo facendo una perizia di diritto assicurativo-marittimo per capire se quelle assicurazioni erano congrue con la situazione".

"Ci aspettiamo che tutte le perizie vengano concluse entro settembre", spiega il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta che intanto sta proseguendo con le audizioni. E alla vigilia dei 31 anni dalla strage, Romano ricorda le parole pronunciate lo scorso anno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella: "Disse che sulla strage del Moby Prince 'deve essere fatta piena luce'. Una frase importante perché Mattarella, oltre ad essere presidente della Repubblica, è anche presidente del Csm e in questa frase c'è, implicitamente, un'altra verità. E cioè che le verità giudiziarie non hanno fatto, evidentemente, piena luce - precisa il deputato dem - Questo significa che le sentenze che la magistratura ha scritto su Moby prince, negli anni, non sono corrispondenti alla verità che va ancora scritta".

"Io non attribuisco responsabilita specifiche alla magistratura, né ai giudici che hanno scritto quelle sentenze, ma rilevo un dato di fatto - sottolinea Romano - il lavoro svolto negli anni scorsi dalla magistratura, purtroppo, non ha chiarito cosa accadde quella notte. Le responsabilità attribuite al comandante Chessa (comandante del Moby Prince ndr) o ad altre personalità dell'equipaggio, scomparse nella strage, sono da considerare inesistenti. Sappiamo oggi che Chessa si comportò in maniera impeccabile. Quindi sappiamo che da un lato la magistratura, negli anni dopo la strage, mancò l'obiettivo, dall'altra i soggetti all'epoca coinvolti non hanno dato una mano a ricostruire la verità".

"C'è stato lungo periodo in cui su Moby Prince è calato il silenzio perché si riteneva che sentenze fossero soddisfacenti. Ci dobbiamo sempre mettere nei panni dei familiari delle vittime e il loro coraggio e la loro determinazione hanno convinto e costretto le istituzioni repubblicane a riprendere in mano questo dossier - conclude il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta che domani parteciperà alle cerimonie per l'anniversario della strage previste a Livorno - La luce sulla Moby Prince si è riaccesa quando il parlamento ha deciso di ascoltare la richiesta disperata dei familiari e con la prima Commissione si è riaperto questo lavoro di ricostruzione che è nostro compito portare a termine. Se ci riusciremo, sarà un esempio positivo di come la democrazia funziona e le istituzioni democratiche riescono a riparare ai propri errori e alle proprie lacune".

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