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Calcio: Moggi, "Per sfondare nel calcio non serve il procuratore 'giusto' ma talento e testa"

26 maggio 2015 | 12.31
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Secondo 'Big Luciano', se il calciatore non ha questi requisiti la bravura dell'agente non basta

(Foto AdnKronos)
(Foto AdnKronos)

"Per fortuna, non ho mai dovuto fare i conti con una situazione del genere. Non ricordo di aver puntato su un giovane che poi, alla fine, non sia arrivato al livello alla sua portata. Certo, i gravi infortuni possono condizionare una carriera. Ma ora, rispetto al passato, la situazione è diversa. Uno stop non necessariamente determina le sorti di un'intera carriera. Si può recuperare e si può ripartire. Non sono d'accordo con chi sostiene che il procuratore faccia la differenza e sia determinante per arrivare al top". E' quanto afferma all'Adnkronos Luciano Moggi, considerato fino a qualche anno fa il 're' dei direttori sportivi di calcio.

Secondo Moggi, quindi, non è il procuratore a fare la differenza. Per sfondare davvero serve altro: "Contano il talento, la testa, la determinazione, il carattere. Se il giocatore non ha questi requisiti, la bravura dell'agente non basta. Il procuratore può spingere un calciatore fino ad un certo punto, poi ci si ferma. E' un discorso analogo a quello che si può fare per i dirigenti: chi parte dal basso, se vale, può arrivare lontano. Io, per esempio, sono partito da molto lontano...".

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