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Mondo Rai/Appuntamenti e novità

30 agosto 2022 | 20.18
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(Fotogramma)
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Sarà Enrico Letta l'ospite della puntata di "Porta a porta" in onda domani alle 23.30 su Rai 1. Il segretario del Partito Democratico sarà intervistato da Bruno Vespa.

Per il ciclo “Italiani in Mostra”, dedicato ad alcuni dei protagonisti italiani (attori e registi) che hanno percorso il red carpet del Festival di Venezia, Rai3 propone, in seconda serata, domani, "Notturno", di Gianfranco Rosi. Girato nel corso di tre anni ai confini fra Siria, Iraq, Kurdistan e Libano, il film documentario mette a fuoco, da diverse prospettive, buio e luci della vita quotidiana degli abitanti di una regione del Medio Oriente martoriata dalla guerra. Costruisce un’unità “umana” al di là delle divisioni geografiche grazie ad una narrazione per immagini e incontri ravvicinati, fra interni intimi e drammatici ed esterni segnati da divisioni e conflitti. “Notturno” è stato presentato in concorso alla 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2020). Gianfranco Rosi ha vinto il Leone d’Oro nel 2013 con “Sacro G.R.A.” e la sua ultima opera, “In viaggio”, sarà in anteprima alla 79ª edizione del Festival. "Italiani in Mostra" è una selezione di titoli coprodotti da Rai Cinema, capace di esaltare l’evoluzione, la vivacità e la profondità del cinema italiano contemporaneo.

Quaranta anni fa, cinque studenti della Kent State University decisero di mettere in musica le loro osservazioni sul costume e la società; il mondo era in balìa di una spirale discendente e l’uomo aveva smesso di evolversi. Un fenomeno che decisero di chiamare “Devolution”, termine da cui nacquero i Devo, oggi considerati dalla critica un gruppo fondamentale per l'evoluzione del rock contemporaneo. A distanza di quattro decadi dal loro esordio, nel documentario “Devolution. Una teoria Devo”, in onda domani alle 23.30 su Rai 5, i Devo ripercorrono la loro carriera, e commentano – con amara ironia – che la De-evoluzione è arrivata e che loro avevano previsto tutto.

Su Rai Radio 1 'Radio anch'io' - Su Rai Storia 'La Grande Guerra cento anni dopo'

Torna con un nuovo appuntamento, domani, Radio anch'io, condotto da Enrica Belli, in onda su Rai Radio 1 dalle 7.30 alle 9.30. Al centro della prima parte del programma la crisi energetica e dell’impatto sui consumi e sulle aziende. Poi, dalle 8.30, il confronto tra i partiti in campagna elettorale. Infine terza parte dedicata ai 10 anni dalla morte del cardinale Martini: cosa ha rappresentato per la Chiesa? E come sta evolvendo la Chiesa cattolica? La riflessione, a partire dal concistoro di questi giorni in Vaticano. Tra gli ospiti dalle 7.30 alle 8: Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell'Istituto Bruno Leoni; Franca Braga, tecnologa alimentare, esperta di consumi e tutela del consumatore; Francesco Borgomeo, presidente di Saxa Gres; Franco Graziosi, amministratore delegato Cartiere Trevi Spa. Interverranno dalle 8.30 alle 9: Antonio Polito, vicedirettore Corriere della Sera; Gianmarco Centinaio, sottosegretario alle politiche agricole alimentari e forestali e candidato Lega; Sergio Costa, candidato del M5S in Campania per il Senato ed ex Ministro dell'Ambiente. Ospiti della parte finale della trasmissione: Jacopo Scaramuzzi, Askanews; Don Armando Matteo, docente di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università di Urbaniana e segretario per la sezione dottrinale del Dicastero della Dottrina della Fede e Vito Mancuso, teologo e saggista.

Il 26 aprile 1915, dopo lunghe trattative, il ministro degli esteri italiani Sonnino firma il segretissimo “patto di Londra”, in base al quale gli alleati garantiscono all’Italia vantaggi territoriali (Trentino, Istria, parte della Dalmazia) in cambio dell’appoggio militare. Il 23 maggio l’Italia dichiara guerra all’Austria. La notizia è accolta nelle piazze con grandi manifestazioni di entusiasmo. Tra giugno e dicembre gli italiani impegnano gli austriaci nelle prime quattro battaglie dell’Isonzo. Pagine di storia ripercorse da “La Grande Guerra cento anni dopo”, in onda domani alle 22.10 su Rai Storia.

Il capolavoro di Francesco Cilea prodotto dal Teatro Comunale di Bologna insieme a Rai Cultura: è il film-opera firmato da Rosetta Cucchi “Adriana Lecouvreur”, in onda domani alle 21.15 su Rai 5, con la regia televisiva di Arnalda Canali. Sul podio Asher Fisch mentre la protagonista è interpretata dal soprano Kristine Opolais, tra le star più contese dai principali teatri della scena internazionale. Insieme a lei, Luciano Ganci nella parte di Maurizio, Veronica Simeoni in quelli della Principessa di Bouillon e Nicola Alaimo nei panni di Michonnet. Completano il cast vocale Romano Dal Zovo (Principe di Bouillon), Gianluca Sorrentino (L’abate di Chazeuil), Elena Borin (Mad.lla Jouvenot), Aloisa Aisemberg (Mad.lla Dangeville), Luca Gallo (Quinault) e Stefano Consolini (Poisson). L’Adriana Lecouvreur venne rappresentata per la prima volta al Teatro Lirico di Milano il 6 novembre 1902; Cilea e il librettista Arturo Colautti trassero il soggetto dell’opera dal dramma Adrienne Lecouvreur di Eugène Scribe ed Ernest Legouvé, che a loro volta si ispirarono alla figura storica di Adrienne Couvreur, la celebre attrice teatrale francese che nel Settecento rivoluzionò il modo di recitare ricercando un’espressività più naturale. Assente dalla programmazione del Comunale di Bologna da ventotto anni, il capolavoro che consacrò Cilea come uno dei più importanti compositori del panorama italiano a cavallo fra Otto e Novecento, viene proposto per questa versione film-opera nel nuovo allestimento con scene, costumi e luci firmati rispettivamente da Tiziano Santi, Claudia Pernigotti e Daniele Naldi, con le coreografie di Luisa Baldinetti, presente anche nella veste di ballerina, e i video di Roberto Recchia.

Su Rai3 'Passato e Presente' - Su Rai Storia 'Carlo Maria Martini'

Dotata di grande spirito di iniziativa, Rosa Genoni, è ancora poco conosciuta al grande pubblico, sebbene la sua figura sia stata fondamentale nella definizione dei canoni del made in Italy. A “Passato e Presente”, in onda domani alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli ripercorrono sua vita. Rosa Genoni è l’artefice di uno stile di “pura arte italiana”, capace di fronteggiare il monopolio della moda francese. Valtellinese di umili origini, Rosa comincia a 10 anni come apprendista a Milano presso una zia. Ma presto diventa sarta e poi, dopo un apprendistato in Francia, stilista, designer, docente. Nel 1905 la Genoni è di nuovo in Italia. Dirige una scuola per la formazione di sarte, presso la società Umanitaria, e un anno dopo, all’apice del successo, ottiene il Gran Prix all’Expo di Milano. Le sue creazioni si ispirano ai maestri dell’arte rinascimentale, ma pensano anche a una donna nuova, indipendente, emancipata. Al lavoro Rosa affianca l’attività in favore dell’emancipazione femminile: da un lato la moda, dall’altro la politica. Entrata in contatto col mondo femminista e con il movimento socialista, si batte insieme all’amica Anna Kuliscioff per la riduzione dell’orario di lavoro e l’istituzione del congedo di maternità. Fautrice di un’appassionata campagna pacifista allo scoppio della Grande Guerra, si impegna in attività filantropiche a sostegno dei profughi e nel 1915 è l’unica rappresentante italiana al Congresso internazionale delle donne dell’Aja.

“Carlo Maria Martini è stato importante come un Papa, più di un Papa. Ci sono stati momenti della Storia della Chiesa Italiana, come dopo la morte di Giovanni Paolo II, in cui sembrò che potesse diventare Pontefice, ma poi si trovarono soluzioni diverse e Papa non lo divenne mai. Ma per una parte di Italiani, per una parte di cattolici, di ferventi cattolici, quel gesuita, biblista, grande studioso, cardinale di Milano e pastore di Milano in uno dei momenti più difficili della storia del paese, alla fine del '900, la stagione di Mani Pulite, Martini fu il punto di riferimento, non solo della città, ma in qualche modo dell'Italia intera.” Così Paolo Mieli introduce il documentario di Antonia Pillosio e Giuseppe Sangiorgi “Carlo Maria Martini”, in onda, a dieci anni dalla morte, domani alle 21.10 su Rai Storia.per la serie “Italiani”, Si parte dai primi passi del Cardinale Martini come arcivescovo di Milano, la Diocesi più grande del mondo, fino ad arrivare a Gerusalemme dove si ritirò alla fine del suo ministero pastorale per dedicarsi allo studio della Bibbia. Martini, profeta del Novecento, che ha anticipato in anni lontani i temi di frontiera della Chiesa del nuovo millennio. Ma prima del Martini pastore, c’era il Martini gesuita e teologo: il racconto della sua vita torna indietro agli anni del Concilio Vaticano II, con le parole di Padre Bartolomeo Sorge, e agli anni del suo rettorato al Pontificio Istituto Biblico, con Padre Pietro Bovati “Il padre Martini veniva considerato nel mondo cattolico il grande esperto della critica testuale del Nuovo Testamento… Aveva nei confronti della Bibbia un rapporto di intimità. Non si tratta semplicemente di un settore delle scienze sacre, che lui ha coltivato in tanti anni della sua vita: la Bibbia era per lui, come diceva il Concilio, l’anima … era necessario per lui che questa parola ispirasse la vita, diventasse davvero un messaggio profetico che mette in cammino gli uomini.” Il documentario è corredato da interviste con persone che l’hanno conosciuto nella Diocesi di Milano come Monsignor Giovanni Giudici (che è stato Vicario Generale dal 1991 al 2002), Monsignor Roberto Busti (suo portavoce dal 1981 al 1991), Silvia Landra della Casa della Carità e Padre Guido Bertagna. Altri spunti biografici inediti sono suggeriti da Ferruccio De Bortoli, dalla professoressa Maria Cristina Bartolomei e dai suoi familiari oltre che da immagini, fotografie provenienti dall’Archivio della Fondazione Carlo Maria Martini e della famiglia Martini.

Attraverso Connecticut e Vermont fino al confine con il Canada, per scoprire l'America rurale e le regioni che hanno avuto un ruolo chiave nella nascita degli Stati Uniti. In questo episodio di “Prossima fermata America”, in onda domani alle 20.20 su Rai 5, il viaggio in treno di Michael Portillo lungo gli itinerari ferroviari del Nord America suggeriti dalla Guida Appleton's, della fine dell'Ottocento, continua in Connecticut, per poi proseguire in Vermont, per scoprire la storia di questa regione, che ha giocato un ruolo chiave nella nascita del Paese. Il viaggio si conclude nell'Upstate New York, la "porta di accesso" al Canada.

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