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Monito Gozi contro Brexit: Ue non può perdere pezzi, dopo voto nuova fase rilancio

03 giugno 2016 | 18.22
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Monito Gozi contro Brexit: Ue non può perdere pezzi, dopo voto nuova fase rilancio

La Gran Bretagna resti nell'Ue: "in questa fase l'Unione deve rafforzarsi e non perdere pezzi". Così all'Adnkronos il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi sul referendum del 23 giugno che deciderà le sorti della permanenza del Regno Unito in Europa.

"Auspichiamo fortemente che la Gran Bretagna resti nell'Ue, è nell'interesse dell'Ue a tenere Londra dentro", sottolinea Gozi, indicando alcuni dei temi prioritari su cui lavorare: dalle nuove politiche per la sicurezza, alle politiche sociali per l'occupazione e all'emergenza migranti. E c'è anche un "fortissimo interesse dell'Italia che Londra resti nell'Ue per gestire le sfide che l'Ue ha davanti e per l'imporante cooperazione bilaterale tra i due paesi su diversi dossier, tra i quali il mercato digitale europeo".

"La parola spetta ovviamente ai cittadini britannici", sottolinea Gozi, ma che vinca il sì, "che è quello che noi auspichiamo fortemente", insiste, o che vinca il no, in Europa dovrà partire una nuova fase di rilancio dell'integrazione. Gozi delinea due scenari che richiederanno ugualmente risposte rapide. "Se Londra resterà nell'Ue dopo la consultazione popolare dovrà aprirsi una nuova fase di rilancio dell'integrazione europea, già con il vertice di giugno per poi concretizzarsi a marzo 2017 con i 60 anni dei Trattati per dare una nuova spinta al progetto europeo".

Se invece vincesse la Brexit "entreremmo in una terra ignota e a maggior ragione servirà l'apertura di una nova fase per rafforzare la scelta dell'integrazione". Quel che è certo è che "nell'immediato, dopo il referendum, servirà un'accelerazione sui dossier importanti; risposte rapide sui dossier cruciali", incalza il sottosegretario.

E tra le risposte dell'Ue alla crescita asfittica dopo la crisi c'è anche il piano Juncker per gli investimenti, su cui l'Italia con Cdp è in prima fila, come ha riconosciuto la stessa Commissione europea. "Vogliamo fortemente una nuova politica per gli investimenti europei e il piano Juncker è una prima risposta che noi abbiamo sfruttato. Adesso dobbiamo continuare", afferma. E in questa prospettiva, conclude, "il piano Juncker va prolungato oltre il 2017 per sviluppare una politica europea che dia ossigeno agli investimenti e quindi ad una crescita più forte".

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