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Morando, finalmente si potrebbe fare una legge sul salario minimo

07 aprile 2014 | 09.44
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Morando, finalmente si potrebbe fare una legge sul salario minimo

Roma, 7 apr. (Labitalia) - Ora che c'è tra sindacati e associazioni datoriali un accordo sulla rappresentanza sindacale, "si potrebbe fare una legge sul salario minimo. Per cui se un imprenditore paga di meno" un lavoratore, quell'imprenditore "va in galera". Potrebbe anche essere introdotta una norma per cui "il contratto nazionale agisce solo per default, solo dove non si sia in grado di fare un accordo di secondo livello che possa derogare dal contratto nazionale", con il solo limite della legge. Lo ha detto il viceministro dell'Economia Enrico Morando.

CONTRATTAZIONE - La contrattazione di secondo livello, nella visione del viceministro, potrebbe avvenire a livello di "gruppo, di azienda, di distretto, di territorio". In questo modo, ha continuato Morando, "aiutiamo l'aumento della produttività, perché attraverso questo modello di relazioni viene spostata la contrattazione tra le parti, sul salario e non solo, anche sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, in prospettiva, ad una dimensione nella quale l'aumento o la riduzione della produttività si possono almeno misurare. Se si continua ad avere la centralità del contratto nazionale, su questo versante non avrò mai una svolta".

RIFORME ISTITUZIONALI - "Per approvare la nostra riforma del complesso politico istituzionale ci vuole tempo. Il disegno - afferma il viceministro - potrà essere approvato dal Parlamento entro la fine del 2014 o i primi mesi del 2015".

LUNGO CICLO DI GOVERNO - "Deve essere chiaro che chiunque, in nome di una perfezione che non è di questo mondo, adesso fa di nuovo fallire l'accordo" sulle riforme "e porta il Paese a votare - sottolinea - crea un enorme problema per il recupero dell'efficienza economica del Paese, perché senza un lungo ciclo di governo riformista l'Italia non può fare le riforme per tornare a crescere".

CUNEO FISCALE - Per portare il cuneo fiscale e contributivo che grava sui lavoratori dipendenti italiani "a un livello europeo", afferma Morando, non bastano dieci miliardi di euro, ma "ce ne vogliono 32-33", risorse che "devono venire in gran parte dalla riduzione della spesa".

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