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L.stabilità: Morando, per 2016 manovra di circa 25 mld

07 settembre 2015 | 16.10
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Enrico Morando FOTO AGN/INFOPHOTO - INFOPHOTO
Enrico Morando FOTO AGN/INFOPHOTO - INFOPHOTO

La manovra per il 2016 sarà compresa tra 20 e 25 miliardi. Circa 16 miliardi servono per eliminare le clausole di salvaguardia, 4,5 per l'operazione su Imu e Tasi prima casa e il resto per il Sud e lo sviluppo. A fare il punto sulla prossima legge di stabilità è il viceministro dell'Economia Enrico Morando in una intervista all'Adnkronos. Morando interviene anche nel dibattito sulle pensioni: "sì a una maggiore flessibilità in uscita ma a costo zero".

Manovra. "Non è ancora il momento delle cifre puntuali. Tuttavia -spiega Morando- vi sono alcuni punti fermi. Anzitutto saranno eliminate le cosiddette clausole di salvaguardia introdotte con la legge di stabilità dello scorso anno che valgono circa 16 miliardi. Abbiamo poi assunto l'impegno di superare l'Imu e la Tasi sulla prima casa con intervento che riguarderà anche i terreni agricoli e gli impianti imbullonati a terra per una riduzione che vale circa 4,5 miliardi. Vi è poi il tema di come favorire gli investimenti privati e aiutare lo sviluppo con una particolare attenzione per il Sud. Ragioniamo, dunque nell'ordine di grandezza di una manovra di circa 25 miliardi".

Per il Sud confermare incentivi all'occupazione stabile anche per 2016

Quanto agli interventi per favorire lo sviluppo, a partire dal Sud, Morando spiega: "gli incentivi all'occupazione stabile stanno funzionando. La norma attuale è limitata al 2015. E' razionale ipotizzare che a prescindere dalla decisione che sarà presa per i neoassunti nel 2016 si possa mantenere per il Sud l'incentivo dato nel 2015 anche per il 2016. Inoltre per incentivare gli investimenti le leve possono essere la riduzione dell'Ires ma anche un intervento sugli ammortamenti degli investimenti. Al Sud -sottolinea- serve un incentivo molto forte sulla falsa riga di quanto fatto in Francia con la legge Macron".

Ma al di la delle agevolazioni, ad avviso di Morando, ci sono delle riforme "che non costano ma sono molto importanti per la crescita. Come per esempio l'ammodernamento del modello contrattuale dove potrebbe essere destinata qualche risorsa per sviluppare la contrattazione di secondo livello".

Per il 2016 confermiamo crescita Pil 1,4%

Quanto alle copertura circa 10 miliardi dovrebbero arrivare dalla spending review e 6 dalla maggiore flessibilità Ue legata alle riforme. Cifra, quest'ultima che potrebbe crescere. "Fondamentale -spiega Morando- è il confronto già in corso con L'Ue. Occorre vedere i margini che arrivano dall'Europa dove ormai abbiamo un tasso di credibilità che pensiamo di utilizzare. Ad oggi abbiamo dati che ci dicono che per l'anno in corso abbiamo già acquisito l'obiettivo di una crescita dello 0,7%. Tutto cò che arriverà nell'ultimo trimestre sarà in più".

"La credibilità sul 2015 -sottolinea Morando- ci consente di sostenere che anche la previsione 2016 di una crescita dell'1,4% possa essere confermata se non migliorata qualora a fine anno dovessimo registrare dati ancora migliori. A fine anno poi potrebbero arrivare dati positivi dall'adesione alla voluntary disclosure. Si tratta in gran parte di risorse che non hanno carattere strutturale ma potrebbe arrivare nelle casse una cifra significativa". Il governo, dunque, "è impegnato nella politica di riduzione fiscale avviata e di aiuto allo sviluppo". Perciò, assicura il viceministro, "tutte le misure di inasprimento fiscale previste dalle clausole di salvaguardia saranno neutralizzate a partire da quelle previste per quest'anno".

Pensioni. Un eventuale intervento per introdurre una maggiore flessibilità in uscita nel settore delle pensioni -sottolinea Morando- deve essere fatto "sostanzialmente a costo zero per il bilancio pubblico" e comunque "evitando uno spostamento di risorse aggiuntive verso la previdenza".

"Nessuno -premette replicando a quanti lamentano uno slittamento delle misure- aveva mai detto che ci sarebbe stato un intervento con la prossima legge di stabilità. Si tratta di un problema che deve essere affrontato nei tempi giusti". Tuttavia, precisa il viceministro, al di la dei tempi dell'intervento "resta ferma l'esigenza di non determinare un ulteriore squilibrio a favore della spesa previdenziale rispetto ad altre necessità dello stato sociale".

Perciò, spiega, "se si realizza un intervento di anticipo dell'uscita dal lavoro bisogna farlo senza prendere quote di risorse significative dal bilancio per spostarle sulle pensioni. Se ci sono risorse -puntualizza- vanno impiegate per affrontare il dramma delle famiglie in situazione di povertà assoluta a partire da quelle dove ci sono bimbi piccoli e anziani. A mio avviso -rimarca Morando- l'intervento sulle pensioni si può fare ma a costo zero per il bilancio".

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