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Bce: MS, Draghi colomba, ribadirà propensione ad allentamento

27 agosto 2015 | 12.08
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Il presidente della Bce Mario Draghi  (foto Afp) - AFP
Il presidente della Bce Mario Draghi (foto Afp) - AFP

Giovedì prossimo il presidente della Bce Mario Draghi manderà ai mercati un messaggio 'dovish' (da colomba), ribadendo probabilmente la sua propensione per politiche monetarie espansive. Lo prevede Morgan Stanley, in un report firmato da Elga Bartsch, capo economista per l'Europa, a una settimana dall'appuntamento con le decisioni dell'Eurotower.

"Tutti gli occhi - scrive la Bartsch - saranno puntati sulla Bce, mentre gli investitori torneranno davanti ai loro schermi la prossima settimana. Sia la Banca d'Inghilterra che la Fed terranno le rispettive riunioni più avanti nel corso del mese di settembre. Quindi, dopo il simposio di Jackson Hole, Mario Draghi sarà il primo banchiere centrale a calcare le scene dopo una riunione sulla politica monetaria".

Nella riunione di settembre, il Consiglio della Bce potrà discutere "delle implicazioni del nuovo regime del renminbi (lo yuan, la moneta cinese, ndr), della recente volatilità dei mercati, delle preoccupazioni per la crescita globale, in particolare dei mercati emergenti, e delle nuove stime della crescita e dell'inflazione fino alla fine del 2017".

"Tutto considerato- continua Elga Bartsch - ci aspettiamo che la Bce reiteri la sua propensione a politiche espansive, utilizzando lo stesso linguaggio che ha usato al termine della riunione di luglio (quando il rischio della Grexit, l'uscita della Grecia dall'euro, sembrava imminente)".

A questo stadio, prosegue Ms, "non ci aspettiamo che la banca centrale prenda alcuna tangibile decisione in termini di politica monetaria, come per esempio quella di aumentare la dimensione del QE. Tuttavia, non ce la sentiamo di escludere del tutto che la Bce possa decidere di agire in qualche modo".

Come in precedenza, "è probabile che il Consiglio sottolinei che la Bce è pronta ad usare tutti gli strumenti esistenti, e anche mezzi nuovi, sempre nell'ambito del suo mandato, per scongiurare un'indesiderata stretta nelle condizioni finanziarie e/o nuovi rischi al ribasso per i prezzi".

Alcuni membri del Consiglio, "inclusi i membri dell'Esecutivo Benoit Coeuré e Vitor Constancio, hanno messo in chiaro che l'asticella per un'azione di politica monetaria è piuttosto alta, richiedendo per esempio un cambiamento rilevante delle prospettive".

Secondo Morgan Stanley, "è improbabile che i cambiamenti minori attesi nelle proiezioni della Bce, che potrebbero essere diffusi in concomitanza con la conferenza stampa di settembre, costituiscano cambiamenti rilevanti, come definiti dal Consiglio".

Se invece la Bce guidata da Draghi dovesse intraprendere concrete decisioni di politica monetaria, conclude Ms, "allora probabilmente potrebbe aumentare la dimensione mensile del QE rispetto ai 60 mld di euro al mese attuali; incrementarne la dimensione complessiva, sopra gli 1,14 trilioni entro settembre 2016; valutare di cambiare la composizione dei programmi di acquisto, rendendoli più mirati o estendendoli ad altri mercati".

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