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Morì a Maiorca giù da finestra hotel, non suicidio ma fuga da tentato stupro

01 dicembre 2016 | 20.10
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Palma di Maiorca, il porto (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Palma di Maiorca, il porto (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Non un suicidio, neppure l'ipotesi di 'balconing'. Ma è sulla fuga da una tentata violenza sessuale che si concentrano le ipotesi dell’accusa da parte della procura di Arezzo che indaga - per competenza territoriale - sulla morte di Martina Rossi, la studentessa genovese di Architettura morta nell'agosto 2011 precipitando dal balcone di una stanza dell'albergo Santa Ana di Carrer Gavina di Maiorca. Una tragedia avvenuta mentre la giovane si trovava alle Baleari in vacanza con due amiche. 

Il terrazzo da cui precipitò Martina era quello della camera di due ragazzi - A. A. e L. V. di 24 e 25 anni - due dei quattro giovani aretini che la ragazza aveva conosciuto insieme alle compagne di viaggio la sera prima, in una discoteca dell'isola.

I due ragazzi sono formalmente imputati, ora, per la morte della giovane, come conseguenza di altro reato e per tentata violenza sessuale. Il 24 novembre scorso la notifica ai due aretini dell’avviso di chiusura indagini da parte della procura.

"L'architettura dell'accusa - spiega l’avvocato Stefano Savi, legale della famiglia di Martina Rossi - è che hanno tentato di violentarla e lei, scappando, è caduta dal balcone. I due imputati in questa fase hanno un termine per farsi sentire tramite le diverse difese, scaduto il quale il pm valuterà se richiedere l'udienza preliminare per il rinvio a giudizio o meno. Normalmente la logica del codice è che quando si fa questo avviso c’è un orientamento alla richiesta di rinvio a giudizio ma formalmente siamo nella fase in cui si deve attendere  il decorso del termine". Una ventina di giorni, il tempo tecnico.

Intanto la ricostruzione degli inquirenti italiani è risultata opposta alle risultanze dell’indagine in Spagna, dove il caso di Martina era stato archiviato. La notte prima, in discoteca, la giovane genovese e le amiche avrebbero conosciuto i quattro coetanei di Arezzo. La sera seguente, mentre le due amiche di Martina avevano deciso di restare nella loro stanza d’hotel con due dei quattro ragazzi - F. B. e E. D'A. - la giovane aveva accettato l’invito degli altri due - A. A. e L. V. - ed era salita nella loro stanza, la 609, al piano sopra.

Poco più tardi Martina è precipitata dal balcone morendo sul colpo: indossava solo slip e maglietta. Poi, dall’esumazione del corpo della studentessa, erano emerse una frattura alla mascella, incompatibile con la caduta, graffi alle braccia e una strana abrasione alla spalla.  "In Spagna - continua l’avvocato Savi - il caso è stato trattato e archiviato fin da subito come suicidio mentre in Italia, nel momento in cui abbiamo presentato istanza che equivale a sollecito di indagine atto cui si procede perché il reato è stato commesso all'estero, non sono state mai archiviate indagini". Gli altri due ragazzi di Arezzo sono imputati, presso gli inquirenti genovesi, per false dichiarazioni.   

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