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Moro, ex Br Persichetti: "Nessun documento riservato trovato nel mio archivio"

11 maggio 2022 | 16.12
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Moro, ex Br Persichetti:

Nessun documento riservato è stato ritrovato nell'archivio di lavoro sequestrato all'ex Br e oggi ricercatore storico Paolo Persichetti nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma che lo vede indagato dalla procura di Roma con l'accusa di aver divulgato materiale riservato della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sequestro e l'omicidio di Aldo Moro. A sostenerlo è lo stesso Persichetti sul suo blog Insorgenze.net, spiegando che "è arrivata finalmente la relazione tecnica realizzata sul mio archivio di lavoro sequestrato l’8 giugno 2021" e annunciando che la questione verrà approfondita domani alla biblioteca Moby Dick di Roma-Garbatella, dalle ore 18.00, nel corso della presentazione del suo libro, appena uscito, "La polizia della storia, la fabbrica delle fake news nell’affaire Moro".

A quanto fa sapere l'ex terrorista, autore di libri e studi sul caso Moro, "in 23 dei 27 device e altri supporti di archiviazione sequestrati dalla Polizia di prevenzione, supportata da Digos e Polizia postale – è scritto nella perizia – 'non sono stati rinvenuti elementi riferibili alla richiesta del Pm'". Quanto ai 4 supporti restanti "sono stati estratti nel complesso 725 elementi: 589 pdf, 117 immagini, 1 video, 13 files testo e 5 folder" di "assoluta irrilevanza giudiziaria".

"Al momento della perquisizione - rileva Persichetti - avevo inutilmente spiegato quale fosse il contenuto del mio archivio, indicando le cartelle contenenti i documenti della Commissione Moro 2, invitando i funzionari di polizia a verificare come i pdf fossero agevolmente scaricabili dal sito di Gero Grassi e dal portale della Commissione. Nonostante il nulla investigativo prodotto da questa indagine da 336 giorni si protrae il sequestro capzioso del mio archivio storico e familiare, dei telefoni cellulari, del computer e del cloud. Appare sempre più chiaro che l’obiettivo di questa inchiesta era quello di portare un attacco diretto alla libertà di ricerca storica, lanciare un monito all’agibilità storica indipendente. Apparati e magistratura hanno invaso un nuovo territorio rivendicando il monopolio della conoscenza del passato, osteggiando e imbavagliando ricostruzioni che sfuggono alle logiche processuali".

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