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Morta Delia Vaccarello, ha dato voce alla comunità Lgbt

28 settembre 2019 | 16.37
LETTURA: 2 minuti

Aveva 58 anni

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

E' morta nella sua casa di Palermo, dopo lunga malattia, la giornalista Delia Vaccarello. Scrittrice e attivista Lgbt, aveva 58 anni.

Nata nel capoluogo siciliano il 7 ottobre 1960, si è laureata in filosofia con indirizzo antropologico a 'La Sapienza' di Roma e nel 1990 ha cominciato a collaborare con L’Unità, dove ha curato la pagina Lgbti Uno, due, tre… liberi tutti. Ha svolto seminari nelle scuole di giornalismo di Bologna ed Urbino. Nel 2008, per il suo articolo Vivere da gay morire da etero, ha ricevuto per la seconda volta -la prima nel 2004 con l'articolo I militari gay sfidano l'esercito dei pregiudizi - il Journalist Award indetto dalla Commissione europea e collegato alla campagna For Diversity Against Discrimination.

Ha scritto diversi libri tra cui 'Gli svergognati: vite di gay, lesbiche, trans… storie di tutti (La Tartaruga edizioni), L’amore secondo noi: ragazzi e ragazze alla ricerca dell’identità (Mondadori), Quando si ama si deve partire (Mondadori). Il suo ultimo lavoro risale al 2010 Evviva la neve (Mondadori). A partire dal 2003 ha curato sempre per la Mondadori la collana di antologie Principesse Azzurre: racconti d'amore e di vita di donne tra donne, nella quale compare anche come autrice.

"Abbiamo appreso della morte di Delia Vaccarello, giornalista, attivista lesbica con lei abbiamo perso prima di tutto un amica", ha dichiarato Fabrizio Marrazzo portavoce Gay Center. "Delia - ha continuato - è stata tra le prime se non la prima giornalista lesbica a dichiararsi ed occuparsi attivamente della nostra comunità con la pagina settimanale un, due, tre liberi tutti, per l'Unità, dove raccontava le difficoltà delle persone lesbiche, gay e trans, oltre ad occuparsi di formazione nelle scuole contro l'omo-transfobia ed essere autrice di diversi libri a tematica. Fu testimonial del Roma Pride del 2010".

"Anche lei fu vittima di vari episodi di omofobia, sia nella vita professionale sia in quella privata - ha aggiunto Marrazzo -. In particolare ricordo quando perse la sua compagna, all'epoca non esistevano le unioni civili, si ritrovò ad essere un estranea senza diritti e senza avere più nulla della sua compagna se non la sua memoria. La ricorderemo per la sua forza e la sua passione, oggi la nostra comunità perde una sua esponente di rilievo. La nostra presidente Angela Infante, che ha condiviso con lei molti momenti scriverà una lettera in sua memoria nei prossimi giorni".

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