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Morte Cutolo, pm potrebbe disporre autopsia

18 febbraio 2021 | 12.01
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Moglie e figlia a Parma

(Foto Fotogramam)
(Foto Fotogramam)

Potrebbe essere seguita un'autopsia o un esame esterno del cadavere di Raffaele Cutolo, morto ieri. Sono a Parma in attesa di poter vedere la salma la moglie del boss della Nco, Immacolata Iacone e la figlia Denise Cutolo. Le due donne si sono recate sul posto subito dopo aver appreso del decesso. Ma la visione della salma non è ancora possibile in quanto non è ancora intervenuto in merito il pm, che potrebbe appunto decidere di far svolgere l'autopsia.

Al termine degli accertamenti medico-legali, la salma sarà liberata e a disposizione dei familiari, che dovrebbero riportare il corpo a Ottaviano, in provincia di Napoli, città natale di Raffaele Cutolo e nella quale vivono moglie e figlia.

"Raffaele Cutolo ha rappresentato una stagione della camorra come Totò Riina ha rappresentato una stagione di Cosa nostra. Erano personaggi diversi, sia sul piano dell’attività criminale che dal punto di vista caratteriale, molto chiuso e introverso Riina, estroverso Cutolo, ma in realtà hanno rappresentato due stagioni che hanno messo al centro della cronaca e della storia del nostro Paese, anche con implicazioni politiche, i loro due personaggi". A dirlo all’AdnKronos, commentando la morte del fondatore della Nuova camorra organizzata, è l’ex pm Antonio Ingroia. "Si è chiuso il capitolo di una camorra protagonista, così come di una Cosa nostra protagonista, che sono state di quell’epoca – aggiunge Ingroia -, ora abbiamo mafie più diffuse e meno protagoniste, a parte il fantasma di Matteo Messina Denaro che campeggia sul versante siciliano".

Quanto alla detenzione di Cutolo al 41bis per decenni, anche da vecchio e malato, Ingroia sottolinea: "Riina è morto in carcere, Provenzano è morto in carcere, non conosco il caso specifico, quali erano le condizioni di salute di Cutolo, però, fintanto che in Italia c’è l’ergastolo, quando si tratta di storie criminali così pesanti e con questo tipo di condanne, che Cutolo sia morto in carcere è una conseguenza inevitabile. Forse, certo – chiosa Ingroia -, il 41 bis diventa un eccesso quando si ha a che fare con personaggi ormai, per età e per condizioni di salute, neutralizzati dal punto di vista del potere criminale".

"Nei confronti di Raffaele Cutolo il rispetto della dignità umana è venuto meno, emerge un volto spietato del nostro Stato che nel fare giustizia perde completamente il senso del diritto". Lo dice all'Adnkronos la ex deputata radicale Elisabetta Zamparutti, tesoriere di Nessuno tocchi Caino, commentando la morte del fondatore della Nuova Camorra Organizzata avvenuta ieri nel reparto sanitario della casa circondariale di Parma. "E' vero che il nostro Paese ha abolito la pena di morte - aggiunge - ma ha ancora la morte per pena e la pena fino alla morte. Il 41bis, con la vicenda di Cutolo, dimostra ancora una volta di essere un simbolo della lotta alla mafia ma la riflessione è che, nel modo in cui si combatte la mafia, questi regimi come il 41 bis in realtà trasformano la lotta in nome del contrasto alla mafia e magari anche della difesa delle vittime della mafia fanno diventare il nostro Stato mortifero quanto la mafia e crudele quanto Caino. E' questa una delle tante vicende in cui in realtà lo Stato manifesta debolezza non forza con queste reclusioni fino alla morte, una morte per pena perché fa pena quello che è accaduto".

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