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Turchia: moschea dedicata a Morsi, per Egitto è provocazione

22 ottobre 2014 | 10.27
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Il governo di Ahmet Davutoglu ha intitolato una moschea di nuova costruzione nella città di Mush all'ex presidente egiziano deposto. Un'iniziativa che media e analisti del Cairo hanno interpretato come una "provocazione" alle nuove autorità egiziane, guidate dal presidente Abdel Fattah al-Sisi.

L'ex presidente egiziano deposto Muhammad Morsi
L'ex presidente egiziano deposto Muhammad Morsi

"Una provocazione". E' così che stampa e analisti egiziani hanno interpretato la decisione del governo del primo ministro turco Ahmet Davutoglu di intitolare una moschea di nuova costruzione nella città di Mus, nell'Anatolia orientale, all'ex presidente egiziano deposto Mohammed Morsi.

La notizia, riferita sul sito del partito Giustizia e Libertà (Akp), al governo in Turchia, non ha mancato di suscitare reazioni da parte egiziana e l'iniziativa è stata percepita come un attacco all'attuale establishment egiziano, guidato dal presidente Abdel Fattah al-Sisi.

"La politica di Recep Tayyp Erdogan (capo dello stato ed ex premier, ndr) in Turchia mira ad attaccare l'Egitto, sia negli ambienti internazionali sia avallando i progetti dei Fratelli Musulmani e accogliendo i suoi leader", ha commentato Ahmad Rabey al-Ghazali, esperto di movimenti islamici, in un'intervista al quotidiano egiziano 'Youm 7'.

"Come al solito, il regime turco dà una lettura sbagliata della scena egiziana", ha aggiunto Ghazali, definendo Morsi "un presidente fallito che ha danneggiato la religione e la democrazia nascente in Egitto".

"Solitamente gli edifici vengono dedicati ai morti. Dal momento che Morsi è vivo, allora questa è una dichiarazione di morte dell'esperienza dei Fratelli Musulmani in Egitto", ha commentato l'esperto, il quale ritiene che "questa è la premessa a un trasferimento dei leader dell'organizzazione in Turchia".

Ankara e il Cairo hanno richiamato in patria i rispettivi rappresentanti diplomatici dopo che Erdogan ha definito come un "golpe militare" l'ascesa di al-Sisi a scapito di Morsi. Nella recente Assemblea Generale dell'Onu, a New York, Erdogan ha attaccato al-Sisi, affermando che non bisognerebbe farlo accedere ai consessi internazionali.

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