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Mose, Galan ai domiciliari. I suoi legali: "Patteggiamento per poter riabbracciare la figlia"

09 ottobre 2014 | 17.12
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Il collegio difensivo dell'ex governatore: "Ha ribadito la sua innocenza". Il 16 ottobre l'udienza davanti al gip di Venezia

 (Infophoto)
(Infophoto)

Il gip di Venezia Giuliana Galasso ha firmato il provvedimento che concede gli arresti domiciliari all'ex governatore del Veneto Giancarlo Galan finito in carcere, con l'accusa di corruzione, nell'ambito della vicenda Mose.

Galan, uscito nel primo pomeriggio dal carcere di Opera, è arrivato in auto a casa, Villa Rodella a Cinto Euganeo, in provincia di Padova. Ad accompagnarlo la moglie Sandra. E all'arrivo, il momento più commovente, il lungo abbraccio con la figlia di sette anni. Galan ha poi salutato affettuosamente i cani Labrador. Ad attenderlo, di fronte a casa, numerosi giornalisti e fotografi, ma l'ex ministro non ha voluto dire nulla.

Mercoledì la procura delle Repubblica di Venezia aveva detto di sì al patteggiamento. Di fatto, il vero passaggio giudiziario si avrà in un secondo momento, quando i legali dell'ex ministro Antonio Franchini e Niccolò Ghedini andranno davanti al giudice e ai pm il 16 ottobre, per entrare nel merito del patteggiamento e il gip Galasso dovrà deciderne la congruità con i capi d'accusa.

Il Collegio difensivo di Galan spiega che "in considerazione delle gravi condizioni generali del proprio cliente, ristretto nel carcere di Opera dal 22 luglio dove ha subito un calo ponderale di ben 22 Kg. in due mesi, presentando altresì spunti depressivi sì da determinare la necessità di visita psichiatrica ed innanzi alla sicura prospettiva della richiesta di giudizio immediato che avrebbe provocato una ulteriore protrazione della custodia cautelare in carcere per ulteriori sei mesi per poter processare Giancarlo Galan come detenuto - ha intrattenuto rapporti con la Procura della Repubblica che circa 8 giorni orsono sono sfociati in un accordo tecnico (prescrizione per tutti i reati fino al 22 luglio 2008; 2 anni e mesi 10 per i residui reati contestati, confisca per il valore di 2.600.000, sulla casa di Cinto Euganeo rispetto ad un sequestro disposto per 4.850.0000 euro)".

I suoi legali, Antonio Franchini e Niccolò Ghedini, sottolineano che "l'onorevole Galan, dopo sofferta riflessione, ha accettato l'accordo tecnico solo per la difficoltà di proseguire lo stato di carcerazione e per poter riabbracciare la propria famiglia, con particolare riferimento alla piccola Margherita" ed ha ribadito ai propri difensori e nell'istanza di patteggiamento "la propria innocenza".

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