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Mose, Galan si difende: “Non ho colpe, investito da un ciclone” /Video

23 giugno 2014 | 11.51
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Il deputato di Forza Italia coinvolto nell’inchiesta deposita la sua memoria difensiva presso la Giunta per le autorizzazioni della Camera: “Su di me sono state scritte tutte le peggiori infamie”. E attacca: “Sulla mia casa scritte fesserie e balle”. Per i pm riconducibili a lui affari per 50 mln nel sud est asiatico. Lui replica: “Non c’entro nulla”

Mose, Galan si difende: “Non ho colpe, investito da un ciclone” /Video

Su di me sono state scritte tutte le peggiori infamie. Io so che il politico è un mostro, e che in questi periodi sia anche più vero del solito, ma mi aspettavo più rispetto nei confronti miei e della mia famiglia”. Il deputato di Forza Italia Giancarlo Galan, coinvolto nell’inchiesta Mose, deposita la sua memoria difensiva presso la Giunta per le autorizzazioni della Camera dei deputati. “Non ho le colpe che mi vengono attribuite dai miei accusatori”.

L’inchiesta - “In 160mila pagine non c’è uno che dica che mi ha messo in mano mille euro” afferma. “Certo che mi sono fatto un’idea: qualcuno quei soldi se li è presi. Qual era il meccanismo? Baita (Piergiorgio Baita, ndr) fa una fattura falsa a San Marino, la Minutillo (ex segretaria di Galan, ndr) parte e gli porta i soldi, come facevo ad accorgermene? Nessuno, comunque, dice che mi ha dato una lira”.

E su Piergiorgio Baita, manager veneziano che accusa Galan, il deputato di Forza Italia dice: “E’ un uomo di intelligenza elevatissima, ma di un cinismo feroce, uno davvero capace di tutto”. E “ha un limite preciso: la presunzione. Si ritiene troppo più intelligente di chiunque altro. Ora è tornato a lavorare, nello stesso settore, fa l’uomo copertina in alcune interviste settimanali, ha patteggiato per quei reati. Si direbbe un fenomeno, un fenomeno del male, se non ci fosse qualche altro valore nella vita...”.

I magistrati - “Chiedevo che i magistrati mi ascoltassero, e che fossero i primi a farlo, nel 2013 quando sono stati arrestati i miei attuali accusatori e volevo che mi ascoltassero all’inizio di questa vicenda. Non hanno voluto farlo e ora sono qui” aggiunge Galan presso la sala stampa di Montecitorio. “Sono stato investito da un ciclone umano, mediatico, giudiziario quale mai avrei pensato”.

Il patrimonio - “Sulle mie condizioni patrimoniali e sulla casa sono state dette fesserie colossali. Non esiste una parola sul fatto che io abbia avuto soldi” dice Galan. “Altro che restauro milionario, altro che balle. L’ho comprata già restaurata”. E “gli infissi sono esattamente gli stessi, il restauro riguarda il terzo piano e la suddivisione in sette stanze della parte dell’agriturismo. Ho speso 700mila euro, ma quante balle...”, aggiunge.

“Dopo 20 giorni posso parlare” prosegue Galan, in merito allo scandalo Mose e alla richiesta d’arresto chiesta dai giudici. “Non l’ho fatto per rispetto nei confronti della magistratura. Volevo che i magistrati mi ascoltassero e che fossero i primi”.

Il conto di San Marino - La firma apposta per prelevare i 50mila euro dal conto corrente a San Marino “è falsa, come attestano due perizie da me richieste, non ho nulla da nascondere, nulla di segreto e cifrato, non c’è assolutamente nulla”.

Inoltre, Galan contesta anche quanto scritto da alcuni quotidiani: “Mia moglie non faceva la cubista, non ha neppure il fisico anche se è una bellissima donna a cui voglio molto bene. Quando mi ha conosciuto lavorava nel volontariato ed è stata licenziata. Almeno questo...”.

Per pm affari 50 mln riconducibili a Galan - Secondo la Procura di Venezia sarebbero riconducibili “alla famiglia Galan” una serie di operazioni commerciali per circa 50 milioni “nel sud est asiatico”, di cui si fa cenno in documenti di cui il Gico aveva trovato in possesso Paolo Venuti, commercialista dell’ex ministro, mentre era in partenza da Venezia per l’Indonesia. Netta smentita dai legali di Galan. “La notizia secondo la quale vi sarebbero, a parere della Procura di Venezia, dei fondi nella disponibilità di Galan nel sud est asiatico per una somma pari a 50 milioni di dollari non è altro che la ripetizione di quanto già emerso nei giorni precedenti, a proposito dei presunti interessi economici in Indonesia dell’onorevole Galan attraverso la società ‘Thema Italia spa’. Tutto ciò è stato puntualmente smentito, documentalmente e testimonialmente”, precisano in una nota congiunta gli avvocati Antonio Franchini e Niccolò Ghedini.

La controreplica arriva dallo stesso Galan. “In merito all’ennesima ricostruzione falsa fatta a mio danno in merito a una presunta operazione in sud est asiatico, mi preme riportare un passaggio della memoria che ho depositato dove spiego inequivocabilmente la vicenda Indonesia’’, sottolinea il deputato di Forza Italia. “Leggo sui giornali, ed è accennato in parte anche nell’ordinanza cautelare a pag 537 e seguenti, che io avrei degli interessi economici in Indonesia, attraverso la società Thema - si legge nella memoria ricordata da Galan - Ciò è assolutamente falso, io non c’entro nulla con presunti investimenti afferenti il gas indonesiano o con la Thema”.