Cassazione dispone appello bis per valutare se concedere proscioglimento più ampio
La Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione degli ex vertici di Mps nel processo per ostacolo alla vigilanza sul contratto 'Alexandria' tra la banca senese e banca Nomura. Accogliendo il ricorso delle difese dell'ex presidente della banca Giuseppe Mussari, dell'ex direttore generale Antonio Vigni e dell'ex capo area finanza Gianluca Baldassarri, i giudici della Suprema Corte hanno disposto un appello bis a Firenze per valutare se concedere un proscioglimento più ampio "perché il fatto non sussiste". E' stato respinto il ricorso del pg di Firenze che chiedeva - supportato dal pg della Cassazione Luigi Birritteri - un appello bis per riaprire alle accuse.
Il 7 dicembre 2017 il collegio giudicante della Corte d'Appello di Firenze, presieduto da Maria Luisa Romagnoli, aveva assolto, con la formula "il fatto non costituisce reato", Mussari, Vigni e Baldassarri che, in primo grado, erano stati condannati dal Tribunale di Siena a 3 anni e mezzo di reclusione e 5 anni di interdizione, con decisione del 31 ottobre 2014. L'accusa per tutti e tre gli imputati era quella di ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza di Bankitalia, ma anche per la Cassazione, all'interno di Banca Mps nessuno ostacolò gli ispettori e nessuno occultò il ''Mandate Agreement'', il contratto con i giapponesi di Nomura per la ristrutturazione del derivato Alexandria.