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Il racconto

"Mr. Lamborghini chiede 780mila euro", poi finisce male

14 dicembre 2017 | 17.05
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(FOTOGRAMMA)
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La mail di un avvocato. Una richiesta di denaro. Un'acquisizione segreta. Un brand importantissimo. Tutti elementi di una storia che ha coinvolto la Lamborghini. La famosa società di automobili di lusso, infatti, si è ritrovata al centro di una sorta di intrigo internazionale.

Tutto inizia quando un presunto avvocato di un'importante società di consulenza finanziaria contatta alcuni manager Lamborghini per farsi fare un bonifico di 780mila euro in un conto corrente all'estero, una banca di Hong Kong; operazione necessaria per eseguire una riservata acquisizione di un’azienda.

Nella mail con destinatari specifici - quindi, apparentemente credibile - si faceva riferimento al fatto che l'ordine fosse impartito dall'amministratore delegato dell'azienda, Stefano Domenicali. Meccanismo che, secondo quanto reso noto dalla polizia che ha sventato il tentativo di truffa, si chiama 'Ceo Fraud'.

IL CONDIZIONAMENTO - Ovvero, un dipendente rischia di essere condizionato psicologicamente nel non contravvenire ad una disposizione in quanto impartita - o, almeno, così si vuole far credere - dai vertici di una compagnia; come in questo caso, in cui era stato creato un falso account dell'amministratore delegato.

LA TRAPPOLA - La mail sospetta arriva il 17 febbraio e - con la collaborazione del responsabile della Security di Lamborghini (con il quale vengono chiesti ai truffatori alcuni documenti indispensabili per concludere l'operazione finanziaria) - la mattina del 23 febbraio le forze dell'ordine bloccano D.J., 56enne nato in Algeria ma di nazionalità francese e israeliana.

LE INDAGINI - Dalle indagini emerge che l'organizzazione di cui verosimilmente ha fatto parte l'uomo agiva dalla Francia, utilizzando tablet e cellulari di ultima generazione; attraverso WhatsApp e sistemi VOIP contattava le possibili vittime, eludendo i tracciamenti dei gestori di telefonia mobile.

LA LAUREA - Nell'uomo fermato, oltre a una vasta conoscenza informatica, è stata riscontrata un'elevatissima capacità di analisi commerciale in quanto esperto in consulenza e assistenza manageriale, con laurea in ingegneria informatica in un'università di Parigi.

I DATI - L’analisi dei device sequestrati all’indagato ha poi consentito di individuare un report di società/enti italiani quali possibili target. L'elenco dettagliato e minuzioso è composto da oltre 6.400 soggetti (amministratori delegati, presidenti, responsabili sistemi informativi, manager a vario titolo) e circa 900 società/enti.

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