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Iraq: mura assire e libri antichi, così Is distrugge patrimonio culturale/Aki

06 marzo 2015 | 11.33
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Il sito archeologico di Nimrud, il museo di Mosul, ma anche siti di altre sette dell'Islam o del Cristianesimo. E migliaia di libri dati alle fiamme. La furia cieca dei jihadisti contro gli 'idoli', che cancella la storia del paese

Iraq: mura assire e libri antichi, così Is distrugge patrimonio culturale/Aki

Il sito archeologico di Nimrud, nei pressi della città di Mosul, raso al suolo da una colonna di bulldozer, è solo l'ultimo monumento iracheno a scomparire per sempre, sotto la furia cieca dei jihadisti dello Stato islamico (Is) contro quelli che definiscono 'idoli'. Nimrud fu fondata dal re Shalmaneser (1274-1245 a.C.) e fu capitale dell'impero assiro. Gli scavi archeologici avevano riportando alla luce resti del palazzo reale, basamenti, sculture e statue. Al momento non ci sono dettagli sull'estensione dei danni provocati dall'Is, che per il ministero delle Antichità sarebbero ingenti.

L'interpretazione estremista del Corano che segue l'Is lo spinge a considerare inammissibili edifici risalenti all'epoca pre-islamica, ma anche quelli riconducibili ad altre fedi o ad altre sette dell'Islam o quelli in cui si onorano leader religiosi defunti. Il 26 febbraio erano arrivate, con un video di cinque minuti, le immagini della devastazione del museo di Mosul, che mostra la distruzione di statue e manufatti a colpi di mazze e martelli pneumatici.

Il museo di Mosul è uno dei più importanti del Medio Oriente. Nel video la maggioranza delle opere distrutte sembra provenire dal sito archeologico di Hatra, città-stato alleata dell'impero partico, e risalgono per lo più al secondo-terzo secolo d.C. Alcune delle statue distrutte potrebbero essere calchi in gesso, ma l'entità reale dei danni per ora non è verificabile.

All'inizio del mese, l'Unesco ha lanciato un altro allarme: sempre a Mosul, l'Is sta facendo falò di libri, con un'operazione sistematica che sta portando alla progressiva distruzione di tutte le biblioteche pubbliche e private della città e delle raccolte di libri rari nei musei, oltre allo svuotamento delle librerie. Per la direttrice dell'Unesco, Irina Bokova, l'Is sta conducendo "una pulizia culturale, uno dei più devastanti atti di distruzione di libri nella storia dell'umanità".

A gennaio è stata la volta delle mura assire della città di Mosul, il sito storico più importante della regione di Ninive, risalenti all'ottavo secolo avanti Cristo. L'Is ha minato con grossi quantitativi di esplosivo le mura che sorgevano nel quartiere Tahrir, distruggendole quasi completamente. Le mura erano state fatte costruire dai re assiri nell'ottavo secolo a.C.

La scorsa estate la stessa sorte delle mura di Mosul è toccata alla moschea intitolata al profeta Giona, nella stessa città, considerata uno dei più importanti monumenti storici e religiosi dell'Iraq e luogo di pellegrinaggio di musulmani sia sunniti sia sciiti. Per dare maggiore enfasi al loro gesto, i miliziani jihadisti hanno costretto la popolazione locale ad assistere alla distruzione della moschea, compiuta con bulldozer e picconi.

Poco prima, lo stesso sedicente califfato si vantava di aver distrutto decine di moschee e santuari nella provincia di Ninive, dove si trova Mosul. Sui social media, pubblicava un bilancio di almeno quattro santuari sunniti o statue sufi demolite, oltre a sei moschee sciite.

Bulldozer ed esplosivo dei jihadisti non hanno risparmiato, ovviamente, i luoghi di culto cristiani. Nella migliore delle ipotesi, croci e altri simboli del cristianesimo sono stati asportati dalla chiese. In altri casi, come in quello di un'antica statua della Madonna a Mosul, si è trattato di interventi distruttivi.

Lo scorso dicembre, militanti dell'Is hanno danneggiato l'antica cittadella di Tal Afar. Gli estremisti hanno fatto esplodere alcune bombe nelle zone nord e ovest della cittadella, che sorge 70 chilometri a ovest di Mosul ed è di epoca assira. Gli ordigni hanno distrutto una parte delle mura antiche della fortezza. I militanti hanno poi effettuato scavi, in cerca di oggetti antichi da rivendere, prima di far esplodere, pochi giorni dopo, i santuari dell'imam Muhsin e del sultano Waiys, a Mosul.

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