A 45 anni dalla sua pubblicazione, esce per Sony Music - Legacy Recordings la nuova versione di 'La Torre di Babele', uno dei più grandi successi discografici e artistici di Edoardo Bennato, forse il disco più iconico della sua carriera, in una speciale edizione celebrativa con la rimasterizzazione dei nastri originali e con 16 brani live. Fuori da venerdì 8 ottobre, è disponibile in preorder su tutte le piattaforme digitali da oggi.
Bennato pubblica nel 1976 'La Torre di Babele': un disco la cui copertina, disegnata dallo stesso cantautore, raffigurava la progressione dell’uomo nella sua ricerca e costruzione delle armi in tutta la sua fase evolutiva. "Con la Torre di Babele volevo provare a spiegare il senso biblico di un’umanità cieca nella sua rincorsa alle armi, tale da arrivare a sfidare la divinità stessa in un escalation incontrollata ed incontrollabile. Gli uomini arrivarono a concepire di costruire un torre talmente alta da arrivare al cielo e a Dio", spiega il cantautore napoletano. L’album venne pubblicato in un’epoca storica caratterizzata da inquietudini sociali, manifestazioni studentesche e instabilità politica, alle porte degli anni di piombo del terrorismo.
Di grande valore storico e narrativo sono le due registrazioni realizzate tra il 1976 e il 1977, in compagnia del bluesman Roberto Ciotti e di Tony Esposito, recuperate da Edoardo Bennato e dal fratello Giorgio, presenti nella nuova edizione di 'La Torre di Babele': sarcasmo e ironia sono tratti distintivi dell’opera del cantautore di Bagnoli, che accende il riflettore su un periodo travagliato e caotico.
Paolo Maiorino, discografico che ha curato il progetto, racconta: “La torre di Babele ha significato per Edoardo Bennato l’album della definitiva maturazione artistica. Precede di un anno 'Burattino senza fili', un altro capolavoro destinato a diventare l’album più venduto del 1977. Ma l’importanza musicale e tematica di questo lavoro del 1976 riveste un ruolo fondamentale non solo nella discografica bennatiana, ma di tutta la musica italiana degli anni 70".
Per Maiorino, "ripercorrere insieme a Edoardo la genesi di questo disco iconico ha permesso da una parte di ricostruirne la storia e gli aneddoti, ma anche di puntare il riflettore su un fenomeno politico e socio culturale come quello legato agli autoriduttori, un movimento che caratterizzò e condizionò una parte sostanziale della musica dal vivo nel nostro Paese per un intero decennio. Ecco dunque che la storia di Edoardo Bennato è specchio di ciò che coinvolse anche altri artisti, da Francesco De Gregori a Eugenio Finardi, da Antonello Venditti a Lucio Dalla e molti altri".
I due episodi recuperati grazie agli archivi di Giorgio Bennato, "testimoniano non solo in maniera narrativa, ma anche e soprattutto musicale un periodo di profonde tensioni sociali che di lì a poco sarebbe sfociato nei cosiddetti Anni di Piombo. Ancora una volta la musica come strumento di analisi e memoria storica di fatti ed eventi che hanno caratterizzato un’epoca".