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Jovanotti, al via il tour da Ancona: "Nel mio live come in un film"

21 giugno 2015 | 12.50
LETTURA: 5 minuti

Nella foto Jovanotti
Nella foto Jovanotti

di Antonella Nesi

E' un concerto ma ti tira dentro come un film grazie a un lavoro sui visual senza precedenti. Il tour di Jovanotti che ha debuttato ieri sera davanti ai 30.000 spettatori dello Stadio del Conero di Ancona ti porta davvero via con sé, come recita una delle sue canzoni. Quella con cui chiude peraltro una scaletta in crescendo di oltre due ore, che si apre con un vero e proprio film di 7 minuti ambientato nel futuro in cui la guest star Ornella Muti ("Per quelli della mia generazione è il massimo, la più bella") invita Lorenzo a tornare nel 2015 e a "ristabilire il disordine".

"Ti ricordi chi sei? Rimettiti l'armatura a specchio e torna li'", dice la regina Muti fasciata in un abito rosso mentre la platea assiste in silenzio come in un drive in. "Mi divertiva l'idea di iniziare nel totale silenzio -confessa a fine concerto Jovanotti- l'esatto contrario dei concerti normali quando il pubblico urla all'unisono". Ed è solo allora, dopo l'inizio cinematografico, che Lorenzo fa il suo ingresso sul palco proprio con l'armatura che indossa sulla copertina del nuovo disco per intonare 'Penso Positivo', sfoggiando il primo di cinque cambi d'abito decisamente eccentrici e sfavillanti che lui stesso ha contribuito a studiare con Costume Nationale e Valentino: pantaloni argento con frange laterali.

Ma questo è solo l'inizio. Questa volta Lorenzo, il 'ragazzo fortunato' di 48 anni, ha messo insieme uno spettacolo davvero mai visto in uno show di un cantante italiano: praticamente ogni brano della scaletta (26 più i bis) è accompagnato da un lavoro visuale che appare sul megaschermo alle spalle del palco e che può essere paragonato ad un cortometraggio: "Ma ha un linguaggio volutamente più frammentato di quello cinematografico per non distogliere troppo l'attenzione dalla musica", spiega Jova soddisfatto a fine concerto.

Ci sono i corti d'animazione ("L'idea iniziale, comunicata un anno fa in cucina a mia moglie, era di fare tutti cartoni, perché la mia generazione è la prima in cui i padri parlano lo stesso linguaggio dei figli e io volevo uno spettacolo che piacesse dai 4 ai 99 anni") ma anche le citazioni cinematografiche (come le immagini di 'The Other side' di Roberto Minervini usate per raccontare l'emarginazione mentre Lorenzo canta 'Fango'), documentaristiche (come gli scimpanzé di Nat Geo per raccontare 'L'Alba') e persino i fumetti (come l'incontro tra un gorilla e una bionda disegnato da Davide Toffolo, il cantante dei Tre Allegri Ragazzi Morti, che accompagna 'Le tasche piene di sassi'). Poi addirittura c'è Cartoon Network che ha creato per il tour un apposito episodio dell'amato 'Ooo' in cui ha proiettato un Jovanotti animato. Qualcuno gli chiede: "Ma allora prima o poi farai un film?" E lui risponde: "Me lo ha chiesto pure Muccino l'altro giorno ma credo proprio di no. Io ho un linguaggio più spezzato. Potrei fare solo un film psichedelico", assicura.

Oltre alla Muti ci sono altre guest star che appaiono in varie forme in veste di 'speaker' invisibili o 'annunciatori' di brani o situazioni successive dello show, da Fiorello con capelli afro in versione anchorman da incontro di boxe prima di 'Tutto acceso' a Claudio Cecchetto dj nella radio del futuro del film iniziale, dalla voce di Filippo Timi che è un Siri-Leonardo da Vinci che cerca di spiegare a Lorenzo che non c'è modo di misurare la distanza tra passione e ragione prima di 'Stella Cometa' a Carlo Conti che gioca alla ghigliottina con Saturnino per arrivare ad indovinare il titolo di 'Serenata rap'.

E poi ci sono le luci e gli effetti sempre più avveniristici. E ancora la forma del palco e delle passerelle a fulmine, così come lo schermo da 800 mq: "Il fulmine è il simbolo di questo lavoro perché è l'unione tra cielo e terra, energia, elettricità, rapidità, meraviglia, velocità, luce nella notte ma è anche una crepa che dichiara la nostra fragilità, come il disegno sugli scatoloni che contengono vetro". Un palco il cui disegno realizza "la 'prima fila' più lunga del mondo", con una passerella a croce che Lorenzo percorrere in lungo e in largo con la consueta inarrestabile energia, grazie a un allenamento duro e costante. Quando il pubblico lo richiama per i bis Lorenzo risale sul palco in un completo di lattex nero e per l'arrivederci e il grazie indossa un mantello colorato da supereroe.

Un supereroe che non riesce a trattenere un po' di commozione quando intona verso la fine del concerto 'Le tasche piene di sassi', canzone dedicata alla mamma scomparsa ma che quest'anno, ad un mese dalla morte dal papà Mario, assume un significato ancora piu' intenso.

Con Lorenzo sul palco c'è la sua band: Saturnino al basso, Riccardo Onori alla chitarra, Danny Bronzini (unica new entry sempre alla chitarra), Franco Santarnecchi al piano, Christian 'Noochie' Rigano alle tastiere, Gareth Brown alla batteria, Leonardo Di Angilla alle percussioni, Federico Pierantoni al trombone, Glauco Benedetti al susaphone, Mattia Dalla Pozza al sax e alla tromba Antonello Dal Sordo (miglior allievo dello scomparso Marco Tamburini). Tutti insieme per uno spettacolo davvero da non perdere.

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