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Musica senza filtri: con la blockchain arriva dritta ai fan

12 maggio 2021 | 07.29
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Protezione del diritto d’autore, royalties aumentate ed eliminazione degli intermediari. E le case discografiche cercano di restare al passo.

Musica senza filtri: con la blockchain arriva dritta ai fan

La tecnologia ha cambiato il modo di fare, distribuire, ascoltare e acquistare musica, e anche l’interazione tra l’artista e la sua fanbase. La blockchain può inserirsi in questo processo portando grandi vantaggi agli artisti: remunerazione equa, protezione del diritto d’autore e divisione trasparente delle royalties, soprattutto per i brani creati con il contributo di diversi musicisti. Il tutto, spesso, eliminando l’intermediazione, che è una delle maggiori voci di spesa per gli artisti, i quali in media ricevono solo il 12% dei ricavi dalle loro opere. La blockchain andrebbe a sostituirsi del tutto o in parte ai filtri tra artista e fan, eliminando o comunque minimizzando il bisogno di pagare qualcuno che gestisca tutti questi passaggi.

Piattaforme come Inmusik e Chon permettono il crowdsourcing diretto di brani e album, con un proprio token, e un sistema che premia sia i musicisti più ascoltati sia i fan più attivi. E ci sono anche speaker intelligenti, come Volareo, che integrano la blockchain per tracciare gli ascolti e compensare istantaneamente gli artisti. Dal lato del diritto d’autore, società come Digimarc, specializzata in proprietà intellettuale, forniscono un watermark digitale alle canzoni per tracciarne l’utilizzo e stimare i pagamenti. Anche nel caso di royalties condivise, si sta iniziando a sperimentare l’uso di contratti smart che eseguono automaticamente la divisione dei ricavi, tenendo traccia delle vendite tramite blockchain.

Le case discografiche rischiano di restarne fuori? No, se si adeguano. Come ha fatto la giovane Legacy Records, specializzata nel rap con nomi emergenti come Suave Fello, KandymanBK e Jaymison Beverly. È la prima etichetta a pagare i suoi artisti in criptovaluta, e più precisamente in Bitcoin. Ma non solo: la Legacy ha anche annunciato il lancio di NTF legati ad aste per o contenuti speciali dei suoi musicisti. “Quello a cui stiamo lavorando” spiegano “è un modo per generare nuovi flussi di guadagno per i nostri artisti, qualcosa che garantisca loro un ritorno economico reale”.

Neanche troppo velata la polemica con il grande e onnipresente distributore di musica, Spotify: lì un milione di ascolti genera per l’artista circa 7mila dollari, che, tolte l’intermediazione e le fee, si riducono in media a poco più di 2mila. Sono così in fase di sviluppo nuove piattaforme di streaming che si propongono come alternativa a Spotify, SoundCloud e altre affermate. Audius e Bitsong, ad esempio, usano la blockchain e gli smart contract per tracciare gli ascolti e assicurare pagamenti immediati ed equi.

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