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Myung-Whun Chung e Leonidas Kavakos infiammano il pubblico di Santa Cecilia

19 febbraio 2022 | 14.14
LETTURA: 3 minuti

Lunghi applausi e bis per il direttore coreano e il violinista spagnolo impegnati nel concerto per violino di Mendelssohn e nella sesta sinfonia di Bruckner

Myung-Whun Chung e Leonidas Kavakos (Foto Musacchio & Iannello)
Myung-Whun Chung e Leonidas Kavakos (Foto Musacchio & Iannello)

Grande successo all'Auditorium Parco della Musica, ieri sera (replica oggi alle 18), per il concerto che ha visto il maestro coreano Myung-Whun Chung sul podio e il violinista greco Leonidas Kavakos solista, nell'ambito della stagione sinfonica dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. In programma il concerto per violino in Mi minore op. 64 di Felix Mendelssohn e la Sesta sinfonia in La maggiore di Anton Bruckner, due pagine molto impegnative sia per il solista che per l'orchestra. La sala purtroppo non era gremita, come avrebbe meritato la qualità dei brani e la prestazione di direttore, violinista e orchestra, ma i presenti si sono fatti sentire con lunghi e scroscianti applausi, sia dopo il concerto di Mendelssohn, sia alla fine della lunga e monumentale sinfonia di Bruckner.

Ovazioni per Kavakos che sin dalle prime battute del concerto di Mendelssohn ha rivelato le sue doti di raffinatissimo interprete. Il suo violino, uno Stradivari 'Willemotte' del 1734, ha dato vita con straordinaria espressività al primo tema che il compositore affida proprio allo strumento solista su un moto ondulante dell'orchestra, in rottura con la tradizione che ha sempre assegnato al 'tutti' orchestrale l'esposizione dei temi, facendo entrare successivamente e in maniera solenne il solista. Alla fine Kavakos ha concesso due bis, non senza un simpatico siparietto con il giovane primo violino dell'Orchestra di Santa Cecilia, Andrea Obiso, che gli ha chiesto di eseguire la trascrizione per violino di 'Recuerdos de la Ahlambra', brano ipervirtuosistico nato per la chitarra dalla penna del compositore spagnolo Francisco Tarrega nel 1896. Un pezzo di grande effetto che Kavakos, forte di una tecnica e di una musicalità straordinaria che lo rendono uno dei violinisti più virtuosi e richiesti al mondo, ha eseguito alla perfezione, accolto da scrosci di applausi e "bravo!" ai quali ha risposto con un secondo bis, la 'Gavotte en Rondeau' dalla Partita n. 3 in Mi maggiore per violino solo di Johann Sebastian Bach. Anche in questo caso Kavakos è stato impeccabile.

La Sesta sinfonia di Bruckner è tra le meno note del compositore austriaco che, nonostante non l'abbia mai sottoposta a revisioni come ha fatto per molte altre, non ebbe mai occasione di ascoltarla per intero. La prima esecuzione, infatti, fu a Vienna nel 1899 con Gustav Mahler sul podio, quando Bruckner era già morto da tre anni. Chung e l'Orchestra di Santa Cecilia hanno restituito tutta la potenza del suono bruckneriano, mantenendo sempre perfettamente udibile ogni singolo particolare della complicata architettura sonora della sinfonia. Il pubblico, in assoluto silenzio e completamente magnetizzato dall'opera di Bruckner, che dura circa sessanta minuti, alla fine è esploso in lunghissimi e liberatori applausi. Qualcuno che ha fretta di uscire dalla sala, però, a Roma c'è sempre.

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