"Ancora oggi, quando certi registi mi chiamano per propormi un ruolo, devo darmi un pizzicotto per essere sicura che non sto sognando". A parlare è l'attrice Naomi Watts, 47 anni, protagonista del servizio moda di 'Grazia', in edicola questa settimana.
All'attivo una cinquantina di film e una lunga lista di premi e riconoscimenti, tra cui due nomination all’Oscar come migliore attrice protagonista, Watts si sorprende ancora del suo successo. “Non ho dimenticato il periodo in cui ero invisibile - dice - Ho avuto una dura gavetta”.
Sono molte le cose che non rimpiange dei suoi esordi: “Le decine di provini a cui mi sottoponevo nella speranza d’ottenere una parte. L’idea d’avere solo 5 minuti per dimostrare quanto valessi. È qualcosa di molto violento, almeno per una persona come me, troppo timida, troppo insicura. Non sono capace di vantare le mie qualità. Presentarmi davanti a degli sconosciuti e dire: ‘Salve, sono Naomi, ecco che cosa so fare’, per me era uno sforzo titanico”. Risultato? “Non riuscivo a convincere la gente a scommettere sul mio talento”.
Poi, nel 2001, la svolta: David Lynch la chiama per il personaggio di Betty in Mulholland. “David è stato il primo a credere in me, gli sono enormemente riconoscente - confida l’attrice al settimanale - Sì, gli devo tutto. Grazie al personaggio di Betty, così complesso, così pieno di sfaccettature, ho avuto l’opportunità di provare la qualità del mio lavoro”. Lynch l’ha voluta anche in uno dei nuovi episodi della serie tv cult Twin Peaks, che andrà in onda l’anno prossimo negli Stati Uniti. Dunque sono rimasti in contatto: “Certo, siamo ottimi amici. Sono contenta: quell’uomo mi ha cambiato la vita”.
Nei prossimi dodici mesi Naomi Watts ha cinque film in uscita (Shut-in, The Bleeder, The Book of Henry, The Glass Castle, Ascendant), oltre alla serie tv thriller Gypsy, che uscirà su Netflix il prossimo anno. Ma come sceglie i personaggi che andrà ad interpretare? “Ci sono diversi elementi che entrano in gioco e non sono tutti d’ordine intellettuale - spiega l'attrice - Confesso che il luogo in cui si svolgono le riprese non è secondario: ho due bambini (Alexander, 8 anni e Samuel, 7, avuti dal compagno, l’attore americano Liev Schreiber, 48, ndr) e non mi piace stare troppo lontano da loro. Non ho mai trascorso più di dieci giorni senza vederli”.