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Napoleone: Necci, "tutte le donne dell'imperatore tra sentimento e potere'

30 aprile 2021 | 12.18
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Napoleone a Charleroi. Litografia della collezione D'Aquino-Allder
Napoleone a Charleroi. Litografia della collezione D'Aquino-Allder

Joséphine de Beauharnais e Maria Laczynska Walewska, Maria Luisa d'Asburgo, ma anche Paolina Borghese, Caroline Murat e naturalmente Letizia Ramolino, madame mère. Figure affascinanti, carismatiche, frivole e appassionate, protagoniste dell'ultimo libro di Alessandra Necci, 'Al cuore dell'Impero. Napoleone e le sue donne fra sentimento e potere', pubblicato da Marsilio. Dopo 'Isabella e Lucrezia, le due cognate. Donne di potere e di corte nell'Italia del Rinascimento' (Premio Boccaccio 2018), 'Caterina de' Medici. Un'italiana alla conquista della Francia' (Premio Biagio Agnes 2020), Alessandra Necci torna a confrontarsi ancora una volta con l'universo femminile.

E lo rilegge da un'ottica personalissima e originale, quella di uno dei più grandi personaggi di tutti i tempi, Napoleone Bonaparte. "Un ritratto intimo e segreto delle stanze del potere - si legge- scandito dalle passioni più dirompenti e dagli addii più dolorosi. Una biografia avvincente, a più voci, che getta nuova luce su figure note e meno note, protagoniste della sua ascesa e caduta".

"Nonostante le sue avventure e pochissimi grandi amori, come quello nei confronti della prima moglie, Joséphine de Beauharnais - ha raccontato all'Adnkronos Alessandra Necci - Napoleone è sempre stato un uomo profondamente solo, non misogino, come afferma qualcuno. La solitudine lo ha accompagnato per tutta la sua esistenza, era quella dei grandi uomini. Timido, impacciato nei confronti del gentil sesso, soprattutto all'inizio della sua carriera militare, spesso schernito per quel suo accento da 'italien'. Ma forse, semplicemente, Napoleone per carattere non si fidava delle donne".

'L'unica donna di cui si fidava la madre, madame mère', figura influente e di riferimento, collante del clan

"Non avrebbe mai accettato di avere al suo fianco alcuna favorita - ha aggiunto Alessandra Necci- come Luigi XIV. 'Non voglio che le donne abbiano troppo potere. I francesi non capirebbero', scrisse Napoleone. Eppure si fidava ciecamente della madre, Letizia Ramolino Bonaparte - ha proseguito Alessandra Necci - Figura influente e di riferimento, anima, 'guardiana', collante del clan Bonaparte. Tutti dovevano fare un passo indietro rispetto a Napoleone, ma voleva che andassero sempre d'accordo. 'Devo tutto quello che sono a mia madre - scrisse ancora Napoleone - Solo lei avrebbe potuto governare dei regni'".

Ogni donna nel libro della storica e scrittrice è un archetipo, a volte un ideale con il quale confrontarsi. La creola Joséphine, bella e voluttuosa, Maria Luisa d'Austria, la donna 'mal aimée', ma sposata per motivi dinastici, l'amante polacca Maria Walewska, che gli diede un figlio, Alexandre Colonna Waleski. Ci sono anche le sorelle nel pantheon napoleonico, calcolatrici, traditrici, adulatrici, ossessionate dal potere come Carolina Murat, regina di Napoli o Elisa Baciocchi, granduchessa di Toscana. I loro destini, la loro storia furono indissolubilmente legati all'Italia.

E poi la più celebre di tutte Paolina Borghese, bella e voluttuosa, immortalata dal Canova, la sua esistenza fu costellata da amori fugaci e infelici. Fedele, fedelissima ad un solo uomo, anche dopo la caduta, al fratello Napoleone, quello che un tempo era stato imperatore dei francesi.

'Un uomo disilluso in amore, ma si rammaricherà di non aver dato ascolto alle donne'

"Negli anni in amore, Napoleone si trasforma in un uomo cinico, disilluso forse per i continui tradimenti della sua Joséphine. Ma non dimentichiamo - ha ricordato ancora Alessandra Necci - che Napoleone è un militare, non è un uomo raffinato, è brusco 'veloce', in guerra e in amore. Solo in un'amara confessione dall'isola di Sant'Elena quando si rammaricherà di non aver dedicato del tempo ad ascoltare l'universo femminile. Le uniche che ascolta, tentando di esaudirne desideri e richieste sono le sorelle, soprattutto Elisa e Carolina. Invia loro dispacci e lettere anche quando è in battaglia", ha spiegato la storica e scrittrice.

"Capricciose, intransigenti, egoiste, pronte a tradire il fratello (Carolina Murat con l'Austria) - ha raccontato ancora - Ma Napoleone è spinto sempre da quel desiderio inconscio di tenere unito il clan, la famiglia che, non nascondiamolo, diede un'apporto fondamentale alla sua folgorante ascesa. Eppure il giudizio di Napoleone sui fratelli e le sorelle si traduce in queste pochissime parole, 'mi sono sacrificato per degli sciocchi'".

"'Stendhal aveva scritto: 'sarebbe stato meglio per Napoleone non aver avuto una famiglia' - ha ricordato Alessandra Necci - E di rimando Chateaubriand, sprezzantemente, asseriva: "Napoleone gettava le sue corone ai suoi soldati e alla sua famiglia...'. 'Mentre l'imperatore dei francesi, alla fine dei suoi giorni, confessava: 'Se tornassi indietro alle mie sorelle darei solo soldi e nulla più'".

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