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Napoli, soldi per superare il concorso nell'Esercito: 2 arresti

19 luglio 2016 | 09.42
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In cambio di soldi garantivano il superamento di concorsi per il reclutamento nell’Esercito Italiano. E' quanto emerso nel corso di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, dei finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli. I militari hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di sette persone, che, a vario titolo, sono indagate per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più delitti di corruzione al fine di favorire illecitamente il superamento dei concorsi per il reclutamento nell’Esercito Italiano.

"Tra i destinatari dell’ordinanza cautelare figurano quattro militari, attualmente in servizio nell’Esercito Italiano e un appartenente alla guardia di finanza - spiegano le fiamme gialle - già sottoposto ad analogo provvedimento nell’ambito di un collegato filone investigativo".

"Nei confronti di due dei militari coinvolti sono stati disposti gli arresti domiciliari, altri due appartenenti all’Esercito Italiano sono stati sospesi per 12 mesi dal loro pubblico ufficio, nei confronti del quinto è stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria", prosegue.

Secondo quanto fa sapere la guardia di finanza, è emerso "un articolato e consolidato 'sistema' di acquisizione di informazioni ed atti riservati (riguardanti i test di accesso) nonché di 'segnalazioni' volte a favorire, sfruttando una fitta rete di relazioni interpersonali, il superamento dei concorsi di volontario nell’Esercito in ferma prefissata (Vfp1 e Vfp4)".

Gli indagati, secondo l’ipotesi accusatoria, "abusando della loro qualifica e violando i doveri inerenti il servizio prestato nell’Amministrazione militare di appartenenza, in una specifica occasione si facevano promettere e consegnare, da un operaio residente nella provincia di Napoli, la somma di 10 mila euro in contanti, in cambio del loro intervento diretto a fornire informazioni 'riservate' e a 'segnalare' la figlia del medesimo nelle prove selettive relative al concorso Vfp4 per il reclutamento 2015 nell’Esercito Italiano".

I finanzieri hanno anche iniziato perquisizioni personali e locali con riferimento ad oltre 50 posizioni relative ad altrettanti aspiranti, che si sono rivolti al sodalizio per il superamento del concorso.

L’Esercito ha immediatamente avviato le procedure di sospensione per i militari coinvolti nell’indagine e si dichiara "parte lesa". Lo annuncia in una nota lo Stato Maggiore dell'Esercito che ha espresso "massima fiducia negli inquirenti" e ha disposto ai propri uffici "di continuare a dare la massima collaborazione all’autorità giudiziaria".

La Forza Armata conferma il pieno rigore nel perseguire i comportamenti che violano i principi e i valori su cui si fonda l’Istituzione: "è stato immediatamente avviato il necessario approfondimento d’indagine interno, per integrare gli elementi d’informazione, volti all’accertamento dei fatti e delle responsabilità. In tal senso l’Esercito si riserva l’adozione di ogni provvedimento utile a tutelare la propria immagine".

L'Esercito ribadisce "la ferma condanna di tali condotte e la netta presa di distanza da chiunque abbia osservato un qualsiasi atteggiamento immorale nonché illegale, che lede fortemente la dignità e l’onore dell’Esercito e di tutti i suoi militari che quotidianamente con onestà e professionalità svolgono il proprio devoto servizio alla Nazione, in Italia e all’estero, anche a rischio della propria vita".

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