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Napolitano: "Avanti con le riforme senza stop ma dialogo con i sindacati"

17 dicembre 2014 | 08.07
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Lo ha detto il Presidente della Repubblica nel suo discorso di saluto alle alte cariche dello Stato, plaudendo alla riforma del Lavoro del governo Renzi ma mettendo in guardia da un " clima sociale troppo impregnato di negatività , troppo lontano da forme di dialogo e sforzi di avvicinamento parziale che hanno nel passato stesso contrassegnato le relazioni sociali o politico-sociali". Grasso: "Grazie al Capo dello Stato il 2014 è stato un importante e fruttuoso"

Napolitano:

Andare avanti con le riforme senza sosta. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano torna a chiederlo fino all'ultimo e lo fa anche nel suo discorso per i saluti di fine anno alle alte cariche.

Durante il semestre della presidenza Ue, ricorda, "il governo italiano, partendo dall'accurato lavoro preparatorio svolto dal precedente esecutivo, ha potuto operare validamente, e con senso di maggior sicurezza, in un clima nuovo di attenzione, per porre al centro dello sforzo comune esigenze, elaborazioni, proposte per un nuovo corso delle politiche finanziarie e di bilancio dei 28, oltre i limiti divenuti soffocanti e controproducenti dell'austerità".

A questo punto, ha esortato il Capo dello Stato, deve seguire "la massima serietà dei nostri comportamenti effettivi" e " senza battute d'arresto sulla via delle riforme''.

Quindi il Capo dello Stato richiama all'ordine la politica sottolineando come "non possiamo essere ancora il Paese attraversato da discussioni" che rievocano "lo spettro dell'instabilità. E il danno può essere grave".

Il governo, sottolinea il Colle, ha mostrato "un tasso di volontà riformatrice e di determinazione politica e istituzionale, che ha riscosso riconoscimenti e aperture di credito assolutamente notevoli sul piano internazionale, i cui riflessi si sono già registrati in disponibilità di nuovi interlocutori dell'Italia a investire e operare da noi". Quindi l'esortazione del Capo dello Stato: "Non si attenti in qualsiasi modo alla continuità di questo nuovo corso".

"Ferma restando -ha detto ancora il Capo dello Stato - la piena legittimità dell'opposizione di legislatura che varie forze tendono a perseguire", l'auspicio di Napolitano è che si faccia "un'opposizione che non escluda la disponibilità già positivamente espresse per serie intese sulle riforme. Un'opposizione che tenga conto, con senso di responsabilità nazionale, delle sfide e dei rischi cui è esposta l'Italia, innanzitutto per la vicinanza e virulenza di fenomeni di tensione, di conflitto, di disgregazione non lontano dai nostri confini".

Quindi il Capo dello Stato plaude al Jobs Act e bacchetta le rimostranze sull'articolo 18. "Si sono poste le basi per un'ampia riforma del mercato del lavoro, aperta a molteplici esigenze di un necessario rinnovamento, e divenuta improvvidamente oggetto di una interpretazione riduttiva, concentrata sul punto di massimo possibile dissenso".

Per il Presidente "ci deve preoccupare un clima sociale troppo impregnato di negatività, troppo lontano da forme di dialogo e sforzi di avvicinamento parziale che hanno nel passato stesso contrassegnato le relazioni sociali o politico-sociali e allora dico - non solo ma anche ai sindacati, che sempre auspico costruttivamente uniti a cominciare dalle maggiori confederazioni - : rispetto delle prerogative di decisione del governo e del Parlamento, senza improprie e devianti commistioni, e rispetto del ruolo che è naturale dei sindacati, di rappresentanza e - negli ambiti appropriati - negoziale; e sforzo convergente di dialogo anche su questioni vitali di interesse generale".

"C'è malessere diffuso - ha proseguito il Capo dello Stato - tra milioni di famiglie impoverite, tra giovani che si vedono senza prospettive, tra lavoratori che sentono vacillare ogni sicurezza; c'è molta sofferenza autentica, e c'è dunque tensione, volontà di reagire, impulso di protesta più che di rassegnazione: non dico 'rabbia' perché questo lessico non appartiene, credo, alla tradizione civile e le lotte operaie e popolari in Italia".

Napolitano ha poi sottolineato l'"apprezzamento" e l'"interesse da parte di investitori stranieri" per il nostro Paese, che ha portato "non trascurabili apporti alla soluzione di crisi aziendali che apparivano pregiudicate. A questo proposito non si può obiettivamente negare la rilevanza e l'efficacia degli interventi accorti e tenaci del vertice del ministero dello Sviluppo economico e della presidenza del Consiglio in prima persona per risolvere con soddisfacenti intese le crisi di almeno 40 aziende tra febbraio e novembre, non solo salvaguardando migliaia di posti di lavoro a rischio ma in qualche modo configurando importanti scelte di politica industriale".

Napolitano insite poi sull'importanza delle riforme costituzionali: "Non posso ritenere convincente l'argomento, che pure circola, di una non importanza (né possibile ricaduta benefica) dal punto di vista della crisi economica e sociale, delle riforme istituzionali. Sembra quasi, a taluni, che il superamento del bicameralismo paritario sia un tic da irrefrenabili rottamatori o da vecchi cultori di controversie costituzionali. Impressiona l'ignoranza o non considerazione del retroterra di quella questione del bicameralismo paritario".

"Se è tornato di attualità e si è deciso, dal governo Renzi (e già dal governo Letta) - ricorda -, insieme con il Parlamento, di affrontare con urgenza il tema di questa riforma, ciò riflette qualcosa non più di 'storico', ma di attuale, concreto, drammaticamente necessitato. Perché di lì passa il recupero dell'agibilità e della linearità perduta del processo legislativo, da anni degradatosi qualitativamente e degenerato fuori da ogni correttezza costituzionale. Mi riferisco ovviamente all'abuso della decretazione d'urgenza, al ricorso - per la conversione dei decreti- a voti di fiducia su abnormi maxiemendamenti, e anche al fenomeno di ostruzionismi ambiguamente rivolti a compromessi lesivi della chiarezza delle norme e della coerenza dei testi di legge che ne risultano".

"Non posso non richiamare - ha detto ancora il Capo dello Stato - quanti vogliano mantenere e fare registrare dissensi su questa riforma a non farlo con spregiudicate pratiche emendative che portino a colpire la coerenza sistematica della riforma. Adoperarsi per tornare indietro rispetto all'ormai sancita trasformazione del Senato in espressione delle realtà regionali e locali con poteri legislativi rigorosamente ripensati e ridotti rispetto a quelli della Camera, significherebbe solo vulnerare fatalmente la riforma, il suo senso, la sua efficacia".

All'impegno di Napolitano per le riforme rende atto il presidente del Senato Pietro Grasso che ricorda come per merito di Giorgio Napolitano il 2014 è stato un anno "importante e fruttuoso" sul fronte delle riforme. "Grazie alla sua opera autorevole e instancabile, il Paese ha cominciato a reagire, nonostante il frazionamento politico, con un programma di riforme e interventi ad ampio spettro".

Di ''un discorso di grande respiro, di grande livello'', parla il premier Matteo Renzi mentre la leader Cgil Susanna Camusso sottolinea "l'invito al dialogo" arrivato dal Colle: "Penso vada colto".

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