Il colloquio avuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, con Mario Monti nell'estate del 2011, rivelato nell'ultimo libro di Alan Friedman e anticipato dal 'Corriere della Sera', è 'assolutamente legittimo', non ha alcuna rilevanza, dal punto di vista delle prerogative che la Costituzione assegna al Capo dello stato, e non configura in alcun modo una 'trama' contro il governo allora in carica, guidato da Silvio Berlusconi. I costituzionalisti, interpellati dall'Adnkronos, ritengono 'infondate' le polemiche scatenate dalle notizie diffuse oggi sui contatti di Napolitano con Monti alcuni mesi prima dell'incarico poi affidatogli, che hanno suscitato la dura presa di posizione di Forza Italia contro il Quirinale e rafforzato l'opposizione del Movimento 5 Stelle, tornato a sollecitare l'impeachment del presidente della Repubblica.
''E' difficile dare un giudizio da costituzionalista, non ci sono atti che abbiano rilevanza dal punto di vista del diritto costituzionale - spiega il presidente emerito della Consulta, Antonio Baldassarre - Il fatto che dopo qualche mese Napolitano abbia dato l'incarico a Monti fa pensare che il ruolo del presidente della Repubblica sia stato più forte del solito, ma in alcun modo illegittimo''.
''La situazione quell'anno era molto complicata, c'era una situazione internazionale molto difficile e non c'è dubbio che ci sia stato un ruolo di supplenza del Capo dello Stato - sottolinea - Dobbiamo chiederci se c'erano alternative, se il sistema politico da solo sarebbe riuscito a fornire una risposta alla crisi. Probabilmente no, non si sarebbe autoregolato. La 'supplenza' del presidente della Repubblica è nel suo ruolo, quello di colui che in momenti di crisi porta il sistema a funzionare. E' la sostanza di quel potere neutro con cui si configura il Capo dello Stato in Italia'. (segue)
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