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Napolitano: Giarrusso, non si puo' trovare pistola fumante, valutare atti

10 febbraio 2014 | 17.57
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Sull'impeachment contro il Presidente Giorgio Napolitano "alcuni dicono che mancano gli elementi di fatto. Ma noi non possiamo certo trovare la pistola fumante, bisogna piuttosto vedere se dietro tutti questi atti" che costituiscono i capi d'accusa del M5S contro il Capo dello Stato "c'è un disegno. Un disegno proprio e personale, che in tal caso non è un disegno costituzionale. Bisogna capire se il Presidente ha travalicato" nello svolgimento delle proprie funzioni, entrando nella sfera "dell'illegittimità". E' quanto dichiara il senatore M5S, Mario Michele Giarrusso, prendendo la parola durante i lavori del Comitato per i procedimenti d'accusa chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di impeachment dei 5 Stelle.

Giarrusso si sofferma anche sulle vicende del 2011 e sulle rivelazioni contenute nel libro di Alan Friedman, anticipate oggi dal 'Corsera'. "Cosa è successo nel 2011? - chiede - si inizia a parlare improvvisamente di spread, un termine mai trattato prima. Oggi apprendiamo che a due mesi dal decollo di questo spread esso era già al centro dei colloqui tra Napolitano e Mario Monti, quest'ultimo non è un uomo qualunque ma un uomo dell'Europa, che frequenta proprio quelle stanze dove lo spread può essere aiutato a scendere o salire. Allora vorrei capire, fino a che punto può spingersi l'intervento del Presidente della Repubblica?".

Giarrusso si sofferma anche su altri passaggi che caratterizzano la richiesta di impeachment dei 5 Stelle. Tra questi la concessione della grazia a Joseph Romano, il colonnello della Nato implicato nel caso Abu Omar. "Io voglio sapere - tuona Giarrusso - se nel nostro Paese qualcuno abbia avuto addirittura licenza di uccidere a da chi". Poi si sofferma sulla "vicenda gravissima" delle telefonate Napolitano-Mancino. E coglie la palla al balzo per difendere il pm Nino Di Matteo, che, insieme ad altri "magistrati, è nel mirino di due diversi poteri, Stato e Mafia". Giarrusso rimprovera al Presidente di aver "fatto aprire un procedimento disciplinare contro" Di Matteo, "dando impulso all'azione del suo Segretario generale.

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