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Nasa a caccia di CO2 in Antartide: "Vogliamo vedere quanta ne cattura l'Oceano"

27 gennaio 2016 | 14.28
LETTURA: 3 minuti

(Foto NASA Flickr user Reeve Jolliffe/CC BY-NC-ND 2.0)
(Foto NASA Flickr user Reeve Jolliffe/CC BY-NC-ND 2.0)

La Nasa apre la caccia sui mari che circondano l'Antartide nel tentativo di capire meglio quanta anidride carbonica sono in grado di catturare le acque gelide degli oceani del Sud del pianeta. E, per raggiungere questo obiettivo, l'ente spaziale statunitense lancia il programma Orcas, una campagna scientifica che scruterà dall'alto e con uno sguardo inedito come ossigeno e anidride carbonica vengono scambiati tra l'aria e l'Oceano Meridionale.

"L'anidride carbonica -spiega la Nasa- è il principale gas ad effetto serra, emissioni che contribuiscono ai cambiamenti climatici causati dall'uomo. Mentre più anidride carbonica è stata rilasciata nell'atmosfera dalla combustione di combustibili fossili, l'oceano ha intensificato la quantità di gas che assorbe dall'aria. Ma -sottolinea l'ente spaziale- non è chiaro se l'oceano può tenere il passo con queste continue emissioni".

La campagna annunciata la Nasa è guidata dal National Center for Atmospheric Research (Ncar) e Michelle Gierach del Jet Propulsion Laboratory della Nasa di Pasadena, in California, è il principal investigator, insieme ad altri scienziati di una serie di università e istituti di ricerca. L'obiettivo della Nasa è fare chiarezza rispetto a precedenti studi che hanno fornito dati non coerenti sul fatto che la capacità dell'Oceano Antartico di assorbire anidride carbonica stia accelerando o rallentando.

"Le misure dei campioni d'aria raccolti da Orcas daranno agli scienziati dati critici per contribuire a chiarire ciò che sta accadendo nelle acque di questa remota regione della Terra" spiegano gli scienziati. Durante la campagna di studio, i ricercatori hanno in programma di fare 14 voli da Punta Arenas, in Cile, su parti dell'Oceano del Sud. I rilevamenti, che si concluderanno il 28 febbraio, sono gestiti con strumenti per misurare la distribuzione di ossigeno e anidride carbonica, così come di altri gas prodotti da microrganismi marini, le particelle sospese nell'aria microscopiche e le nuvole.

I voli consentiranno anche di osservare il colore dell'oceano, che, spiega la Nasa, "può indicare la quantità e il tipo di fitoplancton che è in acqua", con l'Imaging Spectrometer della Nasa (Prism). Gli scienziati sperano che l'aggiunta di queste altre misure riguardo i dati di anidride carbonica darà loro nuove informazioni sui processi chimici, fisici e biologici che stanno interessando la capacità dell'oceano di assorbire il gas serra.

"L'Oceano Meridionale è molto accessibile e le misure esistenti rappresentano solo alcuni minuscoli punti su una mappa enorme"evidenzia Britton Stephens del Ncar, co-responsabile per Orcas. In questo quadro, "capire il ruolo dell'Oceano del Sud è importante perché la circolazione oceanica ci fornisce una grande opportunità per lo scambio di carbonio tra l'atmosfera e la vasta riserva dell'oceano profondo".

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