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Gb: nasce la brigata Facebook, unità speciale che combatte sui social

31 gennaio 2015 | 13.30
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A ispirare la creazione della 77esima brigata l'esperienza accumulata nelle operazioni di counter-insurgency in Afghanistan. Ma anche quanto avvenuto lo scorso anno in Ucraina, in particolare in Crimea, e dalle azioni dell'Is in Siria e in Iraq. I primi a combattere sul web sono stati gli israeliani, attivi da anni su 30 piattaforme in sei lingue diverse.

 - (Infophoto)
- (Infophoto)

Nasce in Gran Bretagna la brigata Facebook, un'unità dell'esercito che sarà specializzata in azioni di combattimento non convenzionale, e non letale, sui social media. La 77esima brigata, basata a Hermitage, nel Berkshire, sarà composta da 1500 soldati reclutati a partire dalla prossima primavera. I candidati ideali sono militari con capacità giornalistiche ed esperti di social media.

"La 77esima brigata viene creata per riunire capacità esistenti e in fase di sviluppo essenziali per fare fronte alle sfide del conflitto moderno. La sua istituzione segna il riconoscimento che le azioni di altri in un campo di battaglia moderno possono essere condizionate in maniera non necessariamente violenta", ha spiegato un portavoce dell'esercito citato dal Guardian.

A ispirare la creazione della brigata FB, si fa notare, è stata l'esperienza accumulata nelle operazioni di counter-insurgency in Afghanistan. Ma anche quanto avvenuto lo scorso anno in Ucraina, in particolare in Crimea, e dalle azioni dell'Is in Siria e in Iraq. Il nome della brigata è stato scelto in onore dei "Chindits", le forze guidate dal generale Orde Wingate contro i giapponesi in Birmania durante la Seconda guerra mondiale, che ricorsero a tattiche non ortodosse e controverse di enorme successo.

Israele ha aperto la strada. Da anni, già dalla guerra contro Gaza del 2008-2009, l'esercito ha istituito unità specializzate in operazioni sui social. Militari di Tsahal sono attivi su 30 piattaforme diverse, inclusi Twitter, Facebook, youtube, Instagram, in sei lingue diverse. "Questo ci consente di raggiunere un'audience che altrimenti non saremmo riusciti a coinvolgere", spiega un portavoce militare israeliano al quotidiano britannico precisando che sono diversi i paesi occidentali che hanno chiesto informazioni per copiarne il modello.

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