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Nasce la Destra sovranista di Alemanno e Storace

19 febbraio 2017 | 16.20
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Roma, 19 feb. (Adnkronos) – Con l'elezione all'unanimità di Gianni Alemanno segretario e Francesco Storace presidente, con Roberto Menia vice segretario, i 1500 delegati al congresso fondativo al Marriott Park Hotel perfezionano la nascita nel panorama politico della formazione 'sovranista', che si richiama alla destra nazionale, fin nel simbolo che stilizza la Fiamma del vecchio Msi.  

Radici, insomma, e scommessa sul futuro: vincere le prossime elezioni con il centrodestra unito, come ha detto Gianni Alemanno nella relazione conclusiva. All'appello all'unità hanno aderito Fi, Idea, Popolari per l'Italia, Idea e anche la Lega, anche se Giancarlo Giorgetti ha messo in chiaro che "ci vuole chiarezza" perché va evitato il rischio "ammucchiata", finalizzata a entrare in Parlamento, ma che sarebbe una mancanza di rispetto al popolo se poi l’alleanza, in  particolare con Fi, si traducesse "come immagina Berlusconi nel governare con Renzi".  

L'invito alle primarie, invece, pur condiviso dal Carroccio, lascia fredda proprio Forza Italia, ma la strada è tracciata, nella consapevolezza che, come ha detto l’azzurro Maurizio Gasparri, "il realismo impone l’unità, vista la crisi del Pd e l’incapacità del M5S". Sulla stessa linea Gaetano Quagliariello (Idea) e tutti gli altri che sono intervenuti nella due giorni romana (il popolare Mario Mauro e Raffele Volpi, di Noi con Salvini). (segue)

In platea ironia sull'assenza Fdi, fanno come Nanni Moretti  

Assente, invece, Fratelli d’Italia, che qualcuno durante il dibattito ha accusato di voler fare il Nanni Moretti della situazione ("Mi si nota di più se vengo o se non vengo…?"). Fatto sta che tutti i partecipanti danno per inevitabile la necessità di parlarsi e sedersi tutti attorno ad un tavolo, "senza conventio ad excludendum".  

La piattaforma comune c'è e per questo Alemanno rilancia l'invito alla creazione di un vero e proprio 'Polo sovranista' del centrodestra. Del quale ha declinato i punti di riferimento in termini politici, economici, e internazionali. Visto dal sovranismo di destra, significa guerra al "politicamente corretto", denunciato come un paraocchi concettuale imposto "dalle multinazionali ai popoli", in quell’alleanza tra liberismo economico-finanziario e vecchio internazionalismo di sinistra che "cancella confini e identità". E invece, ha rivendicato l’ex sindaco di Roma "la democrazia è un fatto nazionale, legato a confini e interessi nazionali", ha affermato, ricordando il generale De Gaulle.  

E quindi, stop ad una presunta democrazia transnazionale da traduzione simultanea, quale si vede in questa Unione Europea che, nella babele dei linguaggi, lascia campo libero alla tecnocrazia. Difesa, dunque, della produzione nazionale, contro lo shopping di imprese italiane da parte dei  fondi sovrani cinesi, e dell’identità nazionale, rivalutando l’importanza della cittadinanza come elemento identitario degli italiani. (segue)

Il neo segretario non rinuncia all'idea rautiana di 'sfondamento a sinistra'

Non è mancata, nell’intervento di Alemanno, la suggestione rautiana dello "sfondamento a sinistra", quale sarebbe possibile di fronte alla crisi economico-sociale di un Paese in cui "l'unico dato positivo è l’aumento del numero dei grandi ricchi…". Grande attenzione alla svolta epocale in atto negli Usa di quel Donald Trump che bene ha fatto a mandare all'aria il Trattato Ttip.  

"Un trattato –ha affermato Alemanno- che avrebbe comportato la possibilità per le multinazionali a sottoporre gli Stati alla giurisdizione di arbitrati internazionali: solo per questo bisognerebbe essere grati al presidente Usa, mentre l’Unione Europea ha finito con il realizzare la stessa cosa con il Ceta stipulato con il Canada…".  

La base di partenza, insomma, è fissata, ed è aperta a tutti gli alleati del centrodestra in vista dell’appuntamento elettorale che si dà per scontato sarà tra un anno: "Uniti potremo vincere le elezioni e salvare l'Italia" è stata la certezza espressa da Alemanno. Restano da vedere i tempi e i contenuti della risposta dei 'fratelli separati' di Fdi.

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