Hezbollah era "pronto al peggio" quando ha attaccato un convoglio israeliano oltre confine. Lo ha detto il leader degli sciiti libanesi, in un discorso pronunciato in diretta televisiva. "Non vogliamo la guerra, ma non la temiamo"
Gli sciiti libanesi di Hezbollah erano "pronti al peggio" quando due giorni fa hanno attaccato un convoglio israeliano oltre confine. Lo ha detto Hasan Nasrallah, leader di Hezbollah, in un discorso pronunciato in diretta televisiva. "Non metteteci alla prova", ha affermato Nasrallah rivolgendosi allo Stato ebraico e dicendosi pronto a rispondere a offensive israeliane "ovunque e in qualunque momento".
"Non vogliamo la guerra - ha proseguito il leader sciita libanese - ma non ne abbiamo paura. E' nostro diritto legittimo combattere le aggressioni, ovunque e in qualunque momento si presentino". "Se gli israeliani - ha aggiunto - pensano che la resistenza abbia paura della guerra, io oggi dico loro, in occasione della commemorazione dei martiri di Quneitra (il luogo colpito da un raid aereo israeliano la scorsa settimana, ndr) e dopo la vendetta di Shabaa (il luogo dell'attacco contro il convoglio israeliano, ndr), che non abbiamo paura della guerra e non siamo riluttanti ad affrontarla, se ci viene imposta".
Nel raid israeliano di Quneitra, in Siria, sono morti ufficiali iraniani e miliziani di Hezbollah, indicati da Nasrallah come martiri che testimoniano "la fusione del sangue libanese e iraniano sul territorio siriano e riflettono l'unità della causa e del destino di questi paesi". "Quando si unisce il sangue di palestinesi, libanesi, siriani e iraniani - ha concluso - allora andiamo verso un'era di vittoria".
