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Naufragio migranti, convalidato fermo 2 scafisti: avvistato un altro corpo

01 marzo 2023 | 07.17
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Sembra si tratti di un bambino. La relazione dei carabinieri: "Così abbiamo trovato i corpi in spiaggia"

(Afp)
(Afp)

Il gip del Tribunale di Crotone Michele Ciociola ha convalidato il fermo dei due scafisti arrestati due giorni fa con l'accusa di avere guidato l'imbarcazione naufragata davanti alla costa di Steccato di Cutro causando la morte di almeno 67 migranti. Si tratta di un turco di 50 anni e di un pakistano di 25 anni. L'interrogatorio di garanzia del terzo scafista fermato, un minorenne, avverrà domani. Il gip ha disposto la misura cautelare in carcere per i due che sono accusati di favoreggiamento all'immigrazione clandestina, naufragio colposo e lesioni. Un quarto scafista risulta indagato ma è ancora.

Nella serata di oggi, avvistato intanto un altro cadavere ma il mare agitato e il buio non permettono il recupero del corpo. Sembra che si tratti di un bambino. Per l'ufficialità si attende il recupero del corpicino.

FAMILIARI - E' stata aperta la camera ardente allestita al Palasport di Crotone dove sono state sistemate le bare delle vittime. I parenti sono accompagnati alle bare dai volontari delle associazioni. C'è chi arriva dalla Germania, chi dal Nord Italia. Qualcuno si accascia a terra e inizia a urlare dal dolore, a piangere disperatamente. Alla camera ardente è arrivato il procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia. Il magistrato si è fermato a pregare davanti alle salme. Centinaia di cittadini comuni ma anche i sindaci del territorio con la fascia tricolore sono in fila per rendere omaggio alle salme.

Quella trascorsa è stata un'altra notte di ricerche in mare a Steccato di Cutro, nel crotonese, dove all'alba di domenica un barcone con almeno 180 persone a bordo è naufragato davanti alla costa. Questa mattina sulla spiaggia è stato trovato il corpo di una bambina. Ieri sera, poco prima delle otto, il mare ha restituito il corpicino di un bimbo tra i 7 e i 10 anni. Poche ore prima era stato rinvenuto il cadavere di un uomo di circa 30 anni. Le salme al momento identificate sono 28, di cui 25 afghani, 1 pakistano, un palestinese e un siriano.

"COSÌ ABBIAMO TROVATO I CORPI IN SPIAGGIA" - "Ci siamo avvicinati all'imbarcazione, immergendoci in acqua, notando la presenza di due corpi privi di conoscenza, posti sotto l'imbarcazione e in pericolo di essere schiacciati dalla stessa durante il suo approdo a riva. Abbiamo estratto i corpi delle persone dall'acqua riscontrando che una donna era già deceduta, mentre un uomo si presentava annaspante e in evidente sofferenza respiratoria, pertanto, provvedevamo a prelevare anche questo corpo dall'acqua che, una volta sulla spiaggia e posizionato in condizioni di sicurezza, riprendeva via via coscienza". Sono le parole del vicebrigadiere Gianrocco Tievoli e del carabiniere Gioacchino Fazio, contenute nella relazione allegata all'inchiesta sul naufragio.

I due carabinieri sono arrivati sul luogo della tragedia alle 4.30 dopo avere ricevuto una chiamata alle 4.15 per una "richiesta di intervento in ordine a uno sbarco" di migranti. "Riscontrata la realtà dei fatti, in considerazione del fatto che noi militari eravamo gli unici soccorritori presenti, richiedevamo alla Centrale operativa l'inoltro degli aiuti del caso". "Durante le operazioni di assistenza a quest'ultima persona - proseguono i due carabinieri - notavamo la presenza di altri corpi sulla spiaggia. Pertanto ci incamminavamo sulla battigia in direzione Steccato di Cutro-Botricello trovando altri tre corpi in acqua, pertanto ci immergevamo nuovamente prelevando i corpi che, una volta posizionati a riva, si accertava fossero già deceduti". E poi, ancora, altri corpi. Dieci, quindici. La conta dei cadaveri è arrivata, fino a questo momento, a 67. Ma è destinata ad aumentare.

Nel frattempo sono arrivati sul posto anche il personale del 118, della Gdf, della Capitaneria di porto e della Polizia di Stato, nonché personale civile del Centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto quale mediatore culturale e interprete "che provvedevano all'assistenza del caso".

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