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‘Negativa’, Baronciani racconta il suo ultimo graphic novel

30 novembre 2018 | 15.36
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‘Negativa’, Baronciani racconta il suo ultimo graphic novel

L’ossessione per l’immagine e la fotografia. Il vero e il falso che si confondono e la realtà che, allo stesso tempo, diventa finzione. Tutto questo in una storia che “volevo facesse paura”. Così Alessandro Baronciani, racconta all’Adnkronos il suo ultimo lavoro ‘Negativa’, edito da Bao Publishing e già disponibile in libreria. Dopo il successo di "Le ragazze nello studio di Munari", il fumettista, nato a Pesaro ma milanese d'adozione, racconta per la prima volta una storia di inquietudini interiori, sperimentando un nuovo genere, quello dell’horror.

Un racconto che semina atroci delitti e ha come protagonista Stella, la ragazza più fotografata al mondo: “Stella è stata così tanto sotto i riflettori che è come se non avesse un’ombra”. Come una fotografia che ha perso il negativo e non sa più se essere buona o cattiva.

“Volevo una storia che facesse paura. Volevo parlare di immagine, di fotografia, e di cosa oggi il digitale, i social, stanno facendo emergere intorno a noi”: dai filtri di Instagram per avere le orecchie da gatto o la maschera di Batman alle finte foto che dall’ufficio, mentre stai lavorando, ti proiettano su una spiaggia caraibica.

“Dalle fake news alle foto ritoccate al computer, oggi facciamo veramente fatica a capire cosa sta succedendo” spiega Baronciani che aggiunge: “l’immagine era la documentazione, oggi invece le foto sono vere e false contemporaneamente, hanno perso il negativo e non sanno più se sono buone o cattive”. Ed è qui che arriva Stella che nel veder morire le persone che le stanno accanto, è costretta a guardare nell'abisso delle sue tenebre.

Una storia di paura sì, ma purificatrice: “come quando vai al cinema con gli amici a vedere un film horror, dove si urla ci si spaventa, ci si diverte perché hai avuto paura. Un po’ come quando vai sulle montagne russe. Una paura catartica, che cura”.

E nel libro anche le paure dell'autore: "Le ho messe tutte dentro. Mi sono servite per raccontare meglio certi episodi paurosi dentro alla storia. Da ragazzino capitava di fare a botte e il pugno nello stomaco era il peggiore, rimanevi senza fiato e la contrazione che faceva il tuo corpo ti impediva di rimanere in piedi. Ti accasciavi piegato in due. Speravo sempre di riprendermi ma era impossibile, quel momento sembrava non finire mai. Tutte le cose che sembrano non finire mai fanno paura. Sono inaspettate e pensi quando finiranno?".

Nel racconto non c'è colore e Baronciani si affida solo al bianco e nero, perché, come dice la protagonista Stella "non c'è bellezza nel grigio". Tutto il libro, spiega l'autore, "è pensato al conflitto tra gli opposti: positivo e negativo, vero o falso, giusto o sbagliato, realtà o finzione, normalità o pazzia, bianco e nero. É stata la fotografia ha estremizzare questo concetto nella nostra società raffigurando per la prima volta la realtà non più come la vediamo: a colori ma in bianco e nero”. E poi, è anche giusto ricordare che “i fumetti sono nati china su carta, bianco e nero appunto”.

La storia contiene inserti cartotecnici: pagine che si aprono a cancelletto che “nascondono le scene paurose, così da permetterti di scoprirle e spaventarti soltanto quando le aprirai. Mi piaceva l’idea che in un libro fatto di opposti ci fossero delle pagine che si aprivano al contrario. Le pagine al contrario nascondono le paure e le rivelazioni intorno alla storia. Tutte le pagine che si aprono al contrario sono importanti, tutte. E questo è un vero e proprio indizio per risolvere il thriller”.

Insomma, una sorta di “effetti speciali 'su carta', come se fossero in un film al cinema”. I prossimi mesi vedranno Baronciani impegnato nel tour di presentazione di 'Negativa ("Il libro non nasce quando viene stampato, il libro nasce quando viene letto, commentato"). La mia prossima storia? "Parlerà di medicine e unicorni ma sto cercando ancora il titolo".

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