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Ambiente: Greenpeace presenta il portale- parodia del turismo petrolifero

24 giugno 2015 | 11.35
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Porto Palmas tra 5 anni secondo Greenpeace
Porto Palmas tra 5 anni secondo Greenpeace

Oltre 23 mila 'no' alla petrolizzazione dei nostri mari in pochissimi giorni. È il numero di firme raccolto finora da TrivAdvisor, la nuova campagna online di Greenpeace che, parodiando un famoso portale di viaggi, immagina il destino che attende i mari italiani se dovessero finire nelle mani dei petrolieri: un’invasione di piattaforme e trivelle, con rischi elevatissimi per l’ambiente, il turismo, la pesca sostenibile. Su TrivAdvisor si possono leggere alcune 'recensioni' paradossali (datate a un ipotetico 2020) di alcune tra le località più famose e amate dei nostri litorali: un turismo al contrario, in cui si va al mare per ammirare sversamenti di petrolio, cetacei spiaggiati e trivelle in azione, per godersi paesaggi deturpati o per ascoltare le deflagrazioni degli airgun.

Le finte recensioni sono accompagnate da immagini di queste stesse località in cui, grazie a tecniche digitali, Greenpeace ha simulato come potrebbe cambiare il paesaggio con la presenza di piattaforme petrolifere al largo delle coste. Secondo Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, "mai come oggi si assiste a una frettolosa svendita all’ingrosso dei nostri mari".

In queste settimane il ministero dell’Ambiente "è infatti impegnato a emettere una raffica di decreti di compatibilità ambientale con cui concede ai petrolieri aree marine pregiatissime, ed eccezionalmente estese, per la ricerca o la produzione di idrocarburi. Quello del governo Renzi è un vero e proprio assalto alle coste italiane. Ma si sa che gli apprendisti stregoni finiscono spesso per scatenare reazioni che poi non sono in grado di controllare, e che gli si ritorcono contro".

Greenpeace ricorda che soltanto fra il 3 e il 12 giugno il ministero dell’Ambiente ha autorizzato undici progetti di prospezione di idrocarburi in mare con la tecnica dell'airgun. Nove di questi riguardano i mari pugliesi, ma l’area concessa ai petrolieri copre tutto l’Adriatico e parte significativa dello Ionio.

"La contrarietà all’indirizzo energetico di questo governo, che per pochissime gocce di pessimo greggio vuol mettere a repentaglio turismo, pesca sostenibile e qualità dei nostri mari, è ampia e diffusissima. Nei prossimi mesi Renzi sarà costretto a farci i conti, e Greenpeace sarà della partita", conclude Boraschi

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